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Incontro alla Casa del Cinema : ricordando Alberto Sordi

Scritto da Arianna Giuliani

Lunedì 28 gennaio ci siamo recate, nonostante la pioggia incessante, alla Casa del Cinema di Roma a Villa Borghese per un evento molto speciale: Carlo Verdone, Walter Veltroni e il direttore del centro di cinematografia di Roma ricordano Alberto Sordi attraverso il libro “Bianco e nero, Sordi segreto” . Il primo a intervenire è il direttore del Centro Sperimentale, introducendo il volume su Sordi redatto da lui e dai ragazzi alunni dell’Accademia. La parola passa da li a poco a Carlo Verdone che intrattiene il pubblico per circa venti minuti. Riassumere tutto ciò che Verdone ha raccontato sul suo amico Alberto Sordi non è facile. La loro è stata un’amicizia durata circa quindici anni, un rapporto fatto di stima reciproca (Verdone stesso afferma di essere stato fan di Sordi e viceversa) e comprensione. Carlo infatti afferma che sarebbe stato proprio Sordi a credere in lui e nelle sue capacità attoriali. L’attore comico sostiene così: “Devo ad Alberto Sordi la mia carriera, è grazie a lui se ho iniziato a recitare”. Dopo queste parole racconta con affetto e malinconia quello che era Sordi all’infuori del set : la sua era una casa austera, teneva sempre le serrande abbassate e non voleva mai far entrare la luce dentro altrimenti i quadri si sarebbero rovinati troppo. Sordi era molto riservato nella sua vita privata, molto diverso quindi dal personaggio chiassoso e divertente del set e del mondo del cinema, quasi come fossero due persone ben distinte e separate. Verdone ricorda le uscite serali sempre alla stessa trattoria con lo stesso cibo e la stessa compagnia tra cui personaggi influenti come Ettore Scola. (i veri amici come afferma Verdone) Alberto Sordi amava circondarsi di amici veri e fidati, come si dice “pochi ma buoni”. Oltre a tutto questo, Verdone ricorda la bontà del suo amico attraverso un episodio in particolare: quando negli anni ottanta la madre di Carlo si è ammalata gravemente, in un momento di lucidità ha affermato il desiderio di incontrare l’amico di suo figlio e cioè Alberto Sordi. Carlo, preoccupato e dubbioso nel chiamare Alberto alla fine si decide a contattarlo e l’amico accetta l’invito senza un attimo di esitazione. Si reca così a casa di Carlo e va a salutare la madre malata e ormai molto deperita. Verdone ricorda il modo carino e simpatico con cui Alberto ha saputo intrattenere la madre affermando : “Ricorderò per sempre questo episodio e lo porterò nel mio cuore”. Detto tutto ciò, Carlo Verdone saluta il pubblico e passa la parola a Walter Veltroni. L’ex sindaco racconta il legame di amicizia che Sordi aveva con suo padre, infatti i due erano soliti intrattenersi tra scherzi e divertimenti vari. Veltroni racconta l’esperienza in guerra dell’attore: Sordi si inserì nella banda e suonò il triangolo, certo che la visione dell’attore che sfuggiva alle atrocità della guerra suonando il triangolo farebbe ridere chiunque anche adesso. Veltroni apostrofa più volte Sordi con l’espressione “Ira di Dio” facendo notare quell’energia viva che lo ha da sempre caratterizzato. Anche lui come Verdone ricorda che negli ultimi anni Sordi avesse perso quell’energia vitale, quella linfa che lo accendeva sempre. Veltroni sottolinea anche l’importanza di un fatto: i film di e con Alberto Sordi non si trovano quasi per niente sulle piattaforme digitali o in vendita. Afferma infatti: “E’ come se Sordi fosse sparito” . Che si tratti di censura o di altro ancora non si sa, ma la memoria di questo grande attore e artista deve tornare viva tra tutti noi e insegnare alle nuove generazioni l’importanza del duro lavoro (la fatica come la chiama Veltroni), dell’impegno, della gavetta e della passione per la vita e per il proprio mestiere. Ci auguriamo che la memoria di Alberto Sordi non scompaia mai nei nostri cuori.

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Tag: Ultima modifica: 10 Luglio 2019
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