Il romanzo Le avventure di Pinocchio è considerato un vero e proprio capolavoro della letteratura italiana e molte sono state le trasposizioni cinematografiche della favola scritta da Collodi negli anni. Ricorderemo sicuramente lo sceneggiato di Comencini del 1972 intitolato Le avventure di Pinocchio composto da cinque puntate con la memorabile interpretazione di Nino Manfredi nel ruolo di Geppetto.
La versione di Pinocchio del 2019 invece è diretta da Matteo Garrone, regista già conosciuto per i suoi precedenti lavori: la trasposizione cinematografica di Gomorra nel 2008, Reality nel 2012 e il Racconto dei Racconti nel 2015.
Pinocchio di Matteo Garrone è un film con un cast davvero importante: Roberto Benigni interpreta Geppetto a differenza della versione del 2002 dove invece interpretava il piccolo burattino, Federico Ielapi è un Pinocchio così centrato da sembrare reale, Rocco Papaleo e Massimo Ceccherini sono rispettivamente il gatto e la volpe, perfetti nei loro ruoli da traditori e meschini, Gigi Proietti è un Mangiafuoco dai tratti duri e imprevedibili, infine Marine Vacth è una dolce Fata Turchina che sarà molto importante all’interno del film e per le sorti dello stesso Pinocchio.
Garrone prende la favola di Collodi e la fa propria rendendola un prodotto filmico di grande attrattiva visuale e di grossa potenza emotiva, la pellicola contiene molti tratti tipici dello stile registico di Garrone che si riscontrano in modo frequente nei suoi film.
Troviamo infatti le maschere tipiche di Garrone, riscontrabili già nel precedente Racconto dei racconti che formano l’aspetto esteriore di molti personaggi. Si tratta di maschere dure, che si avvicinano al genere horror e che rappresentano in modo simbolico le caratteristiche fisiche e caratteriali del personaggio in questione. Per questo motivo Pinocchio si può definire un film allegorico, proprio perché ogni personaggio rappresenta un valore o un sentimento umano nel contesto in cui si esprime.
C’è da dire comunque che Le avventure di Pinocchio di Collodi è un romanzo di formazione e che può definirsi pedagogico. Consigliato a tutti i bambini e ai ragazzi adolescenti, Pinocchio insegna a prendere la giusta strada e a seguirla senza mai perdersi. E’ proprio quando il burattino perde la via maestra che iniziano le sue avventure lontano da casa, incontrando pericoli come Mangiafuoco, il gatto o la volpe o Lucignolo che lo porterà nel fantastico e terribile mondo dei balocchi. Ma sarà proprio perdendosi che Pinocchio ritroverà sé stesso e la retta via.
Menzione speciale inoltre va alla colonna sonora che trasporta lo spettatore nell’atmosfera magica della pellicola.
La regia di Garrone può essere definita circolare perché il film introduce la vicenda di Pinocchio che inizialmente si trova a casa con il padre Geppetto che gli dona la vita e vende i propri abiti per l’istruzione del figlio e termina con il ritorno di Pinocchio da suo padre. Un racconto circolare quindi il cui tema del viaggio è sicuramente il tema primario del film: il viaggio qui è sempre considerato in termini formativi e pedagogici, è un viaggio che cura le ferite, che insegna i valori importanti e che fa tornare l’animo umano alle origini e al bene puro.
Tutte le avventure che hanno portato Pinocchio lontano dal suo paese, in verità sono state esse stesse le cause di un ritorno a casa tanto desiderato dal protagonista.
Il film si regge inoltre sulla figura principale di Pinocchio, interpretato dal bambino Federico Ielapi che è presente all’interno della pellicola dall’inizio alla fine in modo davvero positivo per un bambino all’inizio della sua carriera cinematografica attoriale che può già dirsi molto promettente.
Pinocchio si può definire infatti sia un film corale che individuale perché alla base di tutto ci sono le azioni del piccolo burattino che è sempre spinto dal libero arbitrio.
Fattore fondamentale nel film di Garrone è proprio il concetto del libero arbitrio: tutti noi infatti abbiamo sempre la possibilità di scegliere e di schierarci da una parte o dall’altra. In poche parole l’uomo si costruisce da solo il proprio destino, è artefice del proprio fato.
Dal punto di vista stilistico e tecnico ci sono vari fattori importanti da notare: la fotografia è molto bella e denota dei colori, delle sfumature e delle luci davvero impressionanti e dai tratti peculiari, la sceneggiatura è ben articolata ma a volte non rappresenta a pieno la ricchezza e la complessità del racconto di Collodi, l’ambientazione è perfetta e tutti i personaggi sono immersi perfettamente nella cornice idilliaca e fantastica di Garrone. Bellissime sono le sequenze che riprendono i paesaggi verdi e luminosi del film che si alternano ai tanti primi piani fatti a Pinocchio.
Il trucco di Pinocchio inoltre è stato fatto interamente in modo naturale senza l’aiuto di effetti speciali o digitali. La regia è a disposizione della narrazione filmica e del racconto letterario di Collodi che deve essere il protagonista indiscusso all’interno della pellicola. Le maschere utilizzate da Garrone per rappresentare a pieno i personaggi sono delle maschere allegoriche e aprono il tema della maschera, tanto caro al regista italiano. Qui il tema è utilizzato in modo predominante e le maschere sono prese dal mondo animale fantastico come succede anche nel precedente Il Racconto dei racconti. Le maschere donano al film un’atmosfera dark che si allinea molto bene con la particolare visione di Pinocchio di Matteo Garrone.
Non si può non citare l’incredibile interpretazione di Benigni nel ruolo di Geppetto e di Papaleo e Ceccherini nel gatto e nella volpe: Benigni è veramente un padre apprensivo e che farebbe di tutto per la felicità del figlio, mentre il gatto e la volpe rappresentano a pieno gli infami e i traditori personaggi del film.
Garrone alla regia col suo primo film tratto da una favola illustre offre allo spettatore la sua visione di un mondo fantastico, pericoloso, a tratti oscuro ma sempre pieno fino alla fine di speranza.
Scheda del film:
Titolo: Pinocchio
Regia: Matteo Garrone
Genere: fantastico-pedagogico
Voto: 8
Trailer di Pinocchio:
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