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Intervista a Enrico Maria Artale, regista della serie evento di Sky “Romulus”

Intervista a Enrico Maria Artale, regista della serie evento di Sky “Romulus” creata da Matteo Rovere.

1)Iniziamo con la prima domanda parlando in generale della serie tv “Romulus” dove condividi il ruolo di regista anche con Matteo Rovere e Michele Alhaique. Come è stata la vostra collaborazione insieme, da dove siete partiti e come vi siete divisi i vari lavori sia a livello tecnico che registico?

Questa nostra collaborazione è stata molto significativa perché Matteo ha deciso di impostarla in un modo poco comune e poco ortodosso. Ci ha coinvolti entrambi con grande anticipo, otto mesi prima delle riprese condividendo con noi tutte le scelte di cast, di location facendo insieme dei provini più complessi di quelli che si fanno normalmente cercando di stabilire un linguaggio comune con alcune specifiche inquadrature, specifiche ottiche. E’ stato un percorso di sperimentazione tecnica condiviso con Sky e così si è deciso il linguaggio della serie per cui è stato molto stimolante lavorare con due registi che già stimavo e che conoscevo cercando di trovare un terreno comune aiutandoci a vicenda. E’ stata una bellissima esperienza.

 

2) I tuoi sono stati degli studi classici letterari, quindi vorrei chiederti quanto questo abbia inciso nel tuo lavoro di regista in Romulus dove nei tuoi episodi compaiono spesso riferimenti al mondo classico.

Io ho studiato Filosofia all’Università ed ero molto appassionato di Lettere classiche al Liceo, ma poi rispondendo a quella che era la mia passione principale e anche un certo desiderio di libertà ho preferito fare filosofia prima di studiare cinema. Quello che è emerso con più forza mentre giravamo Romulus e mentre preparavamo alcune sequenze è stata da appassionato d’arte e da italiano la tradizione artistica e pittorica di grandi artisti, spesso ci accorgevamo mentre eravamo sul set che quello che stavamo mettendo in scena aveva delle connotazioni e dei riferimenti pittorici molto forti e molto precisi e questo sicuramente veniva dal materiale delle scena, ma in parte anche da un mio gusto verso la ricerca di una plasticità e di una clorimetria molto forte che appunto è quello che inconsciamente tutti quanti abbiamo ereditato dalla nostra tradizione pittorica.

 

3)  Gli episodi 5,6,7 e 9 di Romulus hanno la tua firma.                                                                                 Che tipo di esperienza è stata quella di girare questi episodi in una produzione dai tratti internazionali? Quanto Romulus lascerà un segno nei tuoi prossimi lavori?

E’ stata un’esperienza straordinaria perché erano gli episodi che fin dal primo momento della lettura delle prime versioni delle sceneggiature mi avevano colpito maggiormente perché sono sicuramente importanti dal punto di vista emotivo, dalla costruzione di alcuni rapporti tra i personaggi, ma anche e soprattutto elettrizzanti dal punto di vista spettacolare proprio perché in questi episodi erano condensati alcune delle scene più complesse dell’intera serie e devo dire che lavorando al fianco degli sceneggiatori, ho sempre cercato di spingerli ad andare verso questa direzione e a far sì che questa serie volesse confrontarsi con le produzioni internazionali e quest’ultimo era l’obiettivo di Matteo come produttore e come showrunner. Quindi sono stato felice di raccogliere questa sfida e di assumermi i rischi di intraprendere delle sequenze che richiedevano un impianto produttivo di un certo tipo con una preparazione fatta attraverso gli storyboard e di alcune location particolari come le grotte che si vedono negli episodi 5 e 6 che erano davvero un luogo molto complicato per le riprese perché noi dovevamo percorrere anche 600 o 700 metri di cunicoli per arrivare nel punto o nei vari anfratti dove avremo ambientato le scene e per fare questo non bastava una troupe di quasi 100 persone, ma anche di tutti gli attori, delle comparse, delle attrezzature e degli animali. Questa è stata davvero una sfida e al tempo stesso io ho insistito tantissimo con Matteo perché non rinunciassimo alla verità di questi luoghi scegliendo ad esempio di ricostruirli in studio poiché questo ci sembrava davvero il fatto che definisse questa serie anche rispetto alle grandi produzioni americane. In particolar modo occuparmi di questo segmento e cioè quello legato ai “Ruminales” che si sviluppano a partire dal quinto episodio cercando di definire qual era il loro linguaggio del corpo, com’erano connotati visivamente con i loro costumi e i loro trucchi è stato molto stimolante e credo sia stata un’esperienza particolarmente formativa per quanto mi riguarda perché non ero mai stato coinvolto così direttamente all’interno di una serie nella creazione di un vero e proprio mondo e tutto questo nelle mie esperienze future sarà sicuramente determinante.

 

4)Il tuo talento oltreché quello registico, è anche quello di essere o perlomeno aspirare ad essere un buon direttore della fotografia come si evince maggiormente dal settimo episodio di Romulus dove la luce è espressa quasi in modo filosofico. Come è stata quindi la tua esperienza nel campo tecnico – fotografico nella serie tv Romulus? Hai degli aneddoti particolari a riguardo?

No in realtà io non ho nessuna aspirazione a fare il direttore della fotografia e non ho neanche una particolare competenza tecnica. Mi sono ritrovato a fare varie cose in questo mondo, a scrivere, ho iniziato lavorando come montatore, ma non credo di aver mai sviluppato una certa competenza nel piano della fotografia. Come qualsiasi regista, ho il mio gusto, il mio desiderio di sorprendermi e di lavorare con persone che non vadano a ricalcare schemi fotografici già visti. E’ molto importante per me non limitarmi a fare sì qualcosa di bello, ma anche a ritrovare progetto dopo progetto uno spirito nuovo che non debba per forza somigliare a qualcos’altro.

 

5)Cosa ti aspetti dal futuro in campo registico e cinematografico? Hai un sogno nel cassetto che vorresti realizzare?

Più che sogni nel cassetto, ho molti progetti tra cui un film che sarebbe dovuto partire quest’anno ma è stato rimandato a causa della pandemia, ma dovremmo riuscire a girare l’anno prossimo e appunto l’anno in corso è stato sfruttato soprattutto per mettere in cantiere nuove idee, nuovi soggetti, altri film anche per cui dopo tanto investimento sulla carta spero che gli anni successivi saranno molto produttivi. Quello che trovo veramente interessante e anche incerto in un certo senso che riguarda il nostro mercato, le nostre carriere e le nostre aspirazioni è quanto il mondo della serialità e il mondo del cinema siano interscambiali non soltanto come professionalità ma anche come trama e come destinazione. Sempre più spesso mi capita di vedere delle serie che sembrano in realtà dei lunghi film che sono pensati fin troppo come puntate di una serie con un taglio editoriale che ricorda sempre di più quello della televisione e quindi non c’è più una divisione così netta tra questi due mondi che saranno ancora di più legati l’uno all’altro per cui oggi ogni volta che uno ha una nuova idea e inizia a scrivere deve capire se questa sia una serie breve, una serie o un film. Questo mi sembra interessante perché in qualche modo fa sì che le cose siano dal punto di vista creativo meno scontate e meno necessariamente incasellate in una forma unica o in una destinazione unica.

  Yemos, Andrea Arcangeli Fotogramma by Bing.com

Wiros. Photo by: Bing.com

ROMULUS | Trailer – YouTube : Trailer della serie evento di Sky “Romulus”

Ricordiamo per chi non l’avesse ancora vista, la serie Tv Romulus è disponibile su Sky on demand e su Now Tv.

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Tag: , , Ultima modifica: 1 Gennaio 2021
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