In molte città europee, l’aumento dei controlli su strada ha spinto alcuni automobilisti a cercare scorciatoie. Tra queste, spicca l’uso di un oggetto discreto applicato alla targa per ingannare i dispositivi automatici.
L’idea appare semplice e poco appariscente, ma le conseguenze possono essere pesantissime. E spesso il risparmio di una multa si trasforma in un boomerang legale ed economico.
Un trucco ingegnoso ma rischioso
Il principio sfrutta materiali comuni per alterare la leggibilità dei caratteri. In pratica, pochi millimetri bastano a confondere telecamere, varchi e autovelox.
La notizia è esplosa dopo l’arresto di un automobilista spagnolo sorpreso con una targa volutamente modificata. Il caso ha rilanciato un fenomeno che, pur marginale, esiste da anni.
Non si tratta di furbizia, ma di una falsificazione. E le autorità la trattano come tale, con un ventaglio di sanzioni che non lascia scampo.
Le sanzioni previste
In Francia, alterare o falsificare una targa d’immatricolazione è un reato. L’ammenda può arrivare fino a 3.750 euro, a cui si sommano provvedimenti accessori molto pesanti.
- Sospensione della patente fino a tre anni.
- Confisca del veicolo, anche se intestato a terzi.
- Iscrizione nel casellario giudiziale, con ripercussioni lavorative e personali.
È paradossale: per evitare una sanzione da 45–135 euro per eccesso di velocità, si rischia un conto finale infinitamente più salato, senza contare i danni di immagine e assicurativi.
Le “soluzioni” che non reggono alla prova
Oltre ai materiali adesivi, circolano vari metodi: spray “invisibili”, coperture retraibili, perfino sistemi per ribaltare la targa. Promettono immunità ai controlli, ma sono tutti illegali.
I sistemi di lettura moderni e la verifica su strada smascherano rapidamente questi trucchi. L’effetto? Sanzioni cumulative e procedimenti penali, con sequestro dei dispositivi.
Il confine è chiaro: ogni intervento che mira a rendere illeggibile o ingannevole la targa rientra nella falsificazione. E le forze dell’ordine lo considerano una minaccia alla sicurezza stradale.
“Non è una furbata: è un reato. Alterare la targa mina la tracciabilità dei veicoli e mette a rischio tutti gli utenti della strada.”
— Ufficiale della Polizia Stradale
Perché la legalità conviene
Le regole sui limiti di velocità non esistono per riempire le casse dello Stato, ma per ridurre incidenti e mortalità. Le prove sono schiaccianti: pochi km/h in meno tagliano drasticamente il rischio.
Chi cerca scorciatoie entra in un circolo vizioso: più si investe in “soluzioni”, più aumenta la probabilità di controlli mirati, fermi e indagini. E con loro, i costi.
Al contrario, una guida responsabile riduce multe, consumi e stress. È la scelta meno appariscente, ma la più efficace nel lungo periodo.
In sintesi, cosa ricordare
- Alterare la targa è una falsificazione: le pene sono severe e cumulative.
- I trucchi “discreti” vengono individuati dai sistemi moderni e dai controlli su strada.
- Il costo reale di queste pratiche supera di gran lunga quello di una multa ordinaria.
- La sicurezza di tutti dipende dal rispetto delle regole, non da scorciatoie.
La tentazione di eludere i controlli può sembrare forte, specie dove i radar sono numerosi. Ma ogni scorciatoia in questo campo è una strada senza uscita.
Meglio puntare su consapevolezza, prudenza e rispetto del Codice della strada. È la via più semplice per evitare problemi, multe e, soprattutto, per proteggere vite.
