Il villaggio più gelido di tutta la Francia: d’inverno si arriva fino a -41 °C, freddo da record

In Francia esiste un borgo dove l’inverno morde davvero. Qui il termometro scende a valori quasi polari, e il paesaggio si congela in un silenzio bianco e lucente.

Dove si trova e perché è famosa

Il villaggio è Mouthe, nel dipartimento del Jura, a due passi dal confine con la Svizzera, circa a 1.000 metri di altitudine. È soprannominato la “piccola Siberia francese” per i suoi inverni durissimi.

Da dicembre a febbraio, le giornate limpide e il cielo stellato non sono una buona notizia: significano un crollo notturno delle temperature. Non di rado si scende sotto i -20°C.

Secondo Météo-France, Mouthe totalizza in media 176 giorni di gelo all’anno. Quasi un giorno su due, una statistica che racconta più di mille parole.

Record di freddo che fanno storia

Il 13 gennaio 1968 il mercurio crollò fino a -36,7°C, un valore già impressionante. Ma è il 17 gennaio 1985 ad aver consegnato Mouthe alla leggenda: -41,2°C, record assoluto di freddo in Francia.

Numeri così bassi non sono solo cifre su un display. A quelle temperature, il respiro forma cristalli nell’aria e ogni rumore sembra attenuarsi, come se il gelo assorbisse il suono.

“Qui l’inverno non perdona, ma insegna il rispetto per la natura e il valore di ogni gesto quotidiano.”

Le cause fisiche del gelo estremo

Mouthe giace in una valle a forma di cuvette, una conca che trattiene l’aria fredda. Nelle notti serene e senza vento, si innesca una inversione termica: l’aria fredda, più densa, si accumula sul fondo, mentre quella leggermente più mite resta in quota.

La presenza di neve al suolo aumenta l’albedo, riflettendo la radiazione solare e riducendo il riscaldamento diurno. Di notte la dispersione di calore per irraggiamento è massima, e la temperatura scivola rapidamente a picco.

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Contrasti stagionali inattesi

Nonostante la fama glaciale, l’estate può sorprendere. Il 31 luglio 1983 sono stati registrati 35,7°C, un divario che rende Mouthe un laboratorio naturale di escursione termica estrema.

Il microclima locale alterna orizzonti di brina e ghiaccio a prati verdi e cieli tersi. Chi la visita scopre un luogo dove le stagioni hanno un carattere marcato e inconfondibile.

Vivere e resistere

Oggi Mouthe conta poco più di 1.000 abitanti. Qui la vita scorre con ritmi adattati al freddo: si pianificano gli spostamenti, si proteggono le tubature, si cura con attenzione l’isolamento delle case.

Nel cuore dell’inverno, il villaggio diventa un mosaico di neve e legna fumante, con piste di sci nordico e sentieri per ciaspolate che partono quasi dalla porta di casa.

  • Riscaldamento efficiente e case ben coibentate per ridurre dispersioni.
  • Abbigliamento a strati con materiali tecnici traspiranti e antivento.
  • Auto attrezzate con pneumatici invernali e catene sempre a bordo.
  • Gestione dell’acqua per prevenire il gelo nelle tubature e nelle cisterne.
  • Vigilanza meteo costante per organizzare al meglio lavoro e scuola.
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Una meta per chi ama l’inverno vero

Per gli appassionati di freddo e di paesaggi immacolati, Mouthe è un invito irresistibile. Le giornate terse d’inverno regalano una luce radente che scolpisce i pendii e trasforma ogni cammino in una piccola avventura.

Chi arriva preparato trova un’atmosfera autentica, fatta di silenzi, boschi innevati e ospitalità discreta. E capisce perché questo angolo di Francia sia diventato il simbolo stesso del gelo d’eccezione.

Terzo Matni

Terzo Matni

Mi chiamo Terzo, fondatore di Hai sentito che musica e appassionato di cultura in tutte le sue forme. Da sempre esploro con curiosità suoni, immagini e storie che fanno vibrare l’Italia contemporanea. Nei miei articoli racconto ciò che mi emoziona, mi sorprende e alimenta la mia voglia di condividere la scena culturale italiana.

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