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” L’illusione ” di Fabrizio Moro diventa una storia

Tempo di Lettura: 6 minuti Diamo inizio alla rubrica “Il Decamerone di Hai sentito che musica!” La prima storia è ispirata ad una canzone di Fabrizio Moro, “L’illusione”. Che aspetti a leggerla?

L’Italia non sta di certo passando un bel periodo a causa dell’espandersi del Coronavirus che ha portato tante persone a lavorare da casa e rimanere in quarantena nelle proprie abitazioni. Cosa fare per non pensare a tutto questo? Innanzitutto spegni la tv, come secondo passo invece leggi la prima storia del Decamerone di Hai sentito che musica! Fino alla fine della quarantena, la redazione pubblicherà storie ispirate a canzoni, ai luoghi coinvolti dal virus o a qualsiasi altro argomento legato all’arte. Scopri la prima storia, L’Illusione, che prende il nome da una canzone di Fabrizio Moro. Buona Lettura!!

L’illusione

Marco era lì sul divano, con in mano il solito calice di cristallo con il solito vino rosso del discount che beveva dopo il lavoro.  Era lì a fissare il vuoto. Aspettava Alice, si, la stava aspettando, ma in verità sperava non ritornasse mai dal lavoro. Non voleva spezzarle il cuore, ma del resto non voleva spezzare ulteriormente nemmeno il suo. ” Hai paura di guardarti dentro e di scoprire che non sei fatto a posta per le cose giuste!” gli aveva urlato la scorsa notte, prima di addormentarsi nella stanza di Gioia. Ormai Alice non dormiva più nello stesso letto di Marco da tempo, si rifugiava sempre in camera della piccola Gioia, che ignara di tutto apprezzava la presenza notturna della madre. Ma purtroppo per loro non era una cosa positiva, il contatto tra i due infatti, si era ridotto al minimo. A volte capitava che i due si sfiorassero per errore, ma si scostavano immediatamente l’uno dall’altro, come se a tenerli lontani fosse una forza magnetica dall’oscura potenza. Marco non voleva tutto questo, ma sapeva che ormai non c’era più nulla da recuperare, era consapevole di aver fallito. L’uomo riteneva che Alice avesse ragione, non era più innamorato di lei, o forse non lo era stato mai fino in fondo. Marco amava l’illusione che si era fatto di Alice.

Il rumore della porta d’ingresso fece sobbalzare il giovane uomo, immerso in pensieri poco piacevoli . Alice entrò in sala attraversando il lungo corridoio in compagnia di lucky, il bastardino regalatogli da Marco molti natali fa, e di alcune buste della spesa.     Il cane si allontanò da Alice che stava entrando in cucina, e si avvicinò all’altro padrone, alla quale era davvero legato. 《Ehi Lucky ciao》 sussurrò Marco, abbandonandosi alle coccole del suo amato cane. Per un’attimo dimenticò cosa stava per fare, per un secondo gli sembrò tutto come qualche anno fa, tutto perfetto.
Il momento però passò in fretta quando Alice, dopo aver sistemato la spesa in credenza si sedette sul divano accanto a lui. 《La nana esce dall’asilo alle 17, vai tu?》 Gli chiese, mentre sfilava le sue amate decoltè cuoio per poi poggiare i piedi sul tavolino da cocktail che avevano davanti al divano. Marco accennò un flebile si, non riusciva a parlare, si sentiva un bambino, eppure aveva 35 anni. Non era mai stato così, era conosciuto per la sua maturità, per la sua capacità di dialogo, ma in questo caso il suo solito modo di essere lasciò spazio ad una insicurezza mai avuta prima. 《 Devo dirti una cosa》 riuscì a tirare fuori da quella bocca tremante.
Alice rimase a guardarlo, probabilmente aveva già capito tutto, era una ragazza tropo astuta e scaltra per non capire, e inoltre conosceva bene Marco, come nessun altro, e sapeva bene che l’insicurezza che traspariva dal suo tono di voce non poteva portare a niente di buono.
《Hai ragione tu, hai sempre avuto ragione tu》. Era proprio quello che non voleva sentire.  Da Sempre Alice sperava di avere torto qualche volta, voleva che i suo istinto sbagliasse, ma lo faceva raramente, e anche stavolta sapeva fin troppo bene cosa le sarebbe aspettato. Nonostante sapesse però, non sapeva cosa dire, avrebbe soltanto voluto bloccare il tempo per un istante, per abbandonarsi alle lacrime e non mostrarsi debole davamti a Marco, era l’ultima cosa che voleva, fargli pena.
Cercò quindi di racchiudere tutta la forza che aveva in quel momento per cercare di non scoppiare, respirò profondamente chiudendo gli occhi per qualche istante cercando di allontanare tutti i pensieri che le passarono in mente in quel momento.
《Purtroppo lo so》 si limitò a questo, per poi alzarsi dal bellissimo divano in pelle. Non voleva mostrare le sue lacrime a Marco, non le meritava.
《Alice, non scappare, non serve.》
Le disse lui alzandosi di scatto per bloccarla, le poggiò una mano sulla spalla, era tanto che non lo faceva, davvero tanto tempo, e infatti sembrò strano. Lei si girò, ci aveva provato, ma quelle lacrime maledette non volevano andare via, e quindi le mostrò all’uomo, che d’istinto quando le vide le asciugò con le sue dita. Anche questo contatto era strano, era come toccare un estranea. Continuò però a scacciare le lacrime dal suo viso, non sopportava l’idea di aver provocato lui quella violenta fuoriuscita di acqua e sale. Improvvisamente inizió a piangere anche lui, e perdendosi nel blu dei suoi occhi vomitò parole su parole.
《 Mi dispiace Ali. Mi dispiace tanto. La nostra vita è solo questo, una grande bugia, un’illusione, e non meriti questa vita, tu meriti molto di più di un uomo che non ti ama ma ama solo l’idea di non restare solo.》 Fece una pausa, le lacrime di Alice si erano momentaneamente bloccate sotto il tocco caldo di Marco.
《Sono un mostro, ti ho fatta soffrire per tutti questi anni illudendoti, non posso amarti solo perchè sei qualcosa di bello Alice, io non posso amare l’illusione di qualcuno che crede in me, io dovrei amare te.》
l’ultima frase fu un pugno nel cuore di entrambi, un colpo che spezzò in mille pezzettini i loro fragili cuori.
Alice nonostante non aveva mai sentito pronunciare queste parole da suo marito, non si scompose, se le aspettava da tempo, e dopo averle sentite davvero quasi si sentì meglio. Non riusiva più a sopportare la situazione nella quale era precipitato il suo rapporto, quell’amore sincero che sembrava potesse spaccare le montagne non c’era più, e l’unica cosa che poteva fare in quel momento era rendersene finalmente conto.

Seconda parte

Alice dopo le parole di Marco non parló, non aggiunse nulla, lasciò che il silenzio assordante riempì la casa. Lei, che amava parlare, una delle persone più logorroiche della terra aveva perso la lingua, e quella sera avrebbe continuato a stare in silenzio, limitandosi ad ascoltare la piccola Gaia che aveva ereditato la loquacità sicuramente da lei.
Marco invece, era già in camera, aveva mentito alla piccola dicendo di avere un po’ di febbre, ma in realtà aveva bisogno di stare solo.
Non sapeva esattamente che ore fossero, probabilmente quasi mezzanotte, ma qualcuno aprì la porta della camera matrimoniale che ormai era soltanto sua. Non stava dormendo e non ci stava neppure provando, sapeva che quella notte non avrebbe chiuso occhio. Si aspettava fosse la piccola Gaia che aveva deciso di dormire un po’ con il Papà, ma in realtá era Alice. Anche lei sembrava distrutta come lui, avevano la stessa cera. 《Ho mandato Gaia dai miei per la notte, non volevo si addormentasse stasera in questo clima glaciale》disse, sedendosi sul letto matrimoniale ma dando le spalle a suo marito che era sdraiato su un fianco e al contrario la stava guardando. D’improvviso si girò di scatto, guardandolo negli occhi stanchi. 《Immagino che domani andrai via》 disse indicando alcune valigie. 《Ho un viaggio di lavoro, ma si, ho intenzione di andare via》 Rispose Marco con un nodo alla gola, odiava tutto questo, odiava se stesso. Per una vita intera aveva provato a reprimere il suo essere, lavoro d’ufficio, famiglia,ma in realtà non era ciò che desiderava, o meglio, avrebbe tanto voluto desiderare una vita perfetta e lineare,ma non era così, e questo lo portava giornaliermente ad odiarsi, a nascondersi e a fingere. In quel momento avrebbe voluto prendersi a schiaffi, aveva una moglie stupenda che lo amava con ogni centimetro del suo corpo, una figlia che era la Gioia della sua vita, e stava andando via. Non sopportava se stesso, avrebbe voluto cambiare con tutto il suo cuore, ma sapeva che non sarebbe mai successo.
Continuava a fissare il vuoto intento ad autoflagellarsi, quando la mano di Alice toccò la sua.
《Io non ti odio, io ti perdono》 disse continuando a guardarlo negli occhi neri e profondi. Non si sarebbe mai aspettato una reazione di questo genere, sapeva bene che Alice non era il tipo di persona che avrebbe dato di matto, ma non pensava potesse pronunciare quelle parole, non pensava di meritarsele.
Istintivamente l’uomo la tirò a sè, facendola sdraiare su un fianco, abbracciandole la schiena. Sentiva bene il suo cuore battere regolare, sentiva il suo respiro affannoso pian piano regolarizzarsi alla sua stretta. Alice si sciolse in quell’ abbraccio come un ghiacciolo al limone.
Si accoccolò tra le sue braccia che emanavano calore, e si addormentò.
La mattina dopo lui non c’era più, ma c’era però la consapevolezza che nonostante tutto, il bene che c’era tra di loro non sarebbe mai andato via, e un sorriso comparve inaspettatamente sul suo viso.

Ti è piaciuta L’illusione? Pensi che Marco abbia fatto la scelta giusta? Continua a seguirci per leggere nuove bellissime storie!

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Tag: , , , Ultima modifica: 10 Marzo 2020
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