Le 3 razze canine più difficili da addestrare: la classifica definitiva svelata da un allevatore esperto

Accogliere un cane significa abbracciare un percorso fatto di gioie e sfide. Alcune razze, per temperamento e storia, mettono alla prova anche chi ha esperienza. Lo conferma un allevatore con decenni di pratica sul campo.

“Un cane difficile non è un cane «cattivo»: è un cane coerente con la sua genetica. A noi spetta capirla e guidarla con metodo.”

Husky siberiano: energia e indipendenza senza freni

Il Husky siberiano è stato selezionato per il traino su lunghe distanze in condizioni estreme. Questa origine spiega la sua energia inesauribile e la spiccata autonomia decisionale.

Molti proprietari si scontrano con un richiamo poco affidabile e con la tendenza alla fuga. Non è disobbedienza “pura”, ma un forte istinto di esplorazione e una motivazione predatoria elevata.

Per ottenere risultati occorrono attività compatibili con la sua natura: traino urbano, canicross, bikejöring, lavoro sull’olfatto e sessioni brevi ma frequenti. La chiave è la gestione: lunghe passeggiate, recinzioni sicure e un uso attento della long line.

Bassotto (Teckel): piccolo cacciatore, grande testardaggine

Il Bassotto, o Teckel, nasce come cane da caccia in tana. La sua proverbiale ostinazione non è capriccio, ma tenacia funzionale al lavoro per cui è stato selezionato.

In casa questo si traduce in forte interesse per odori, tendenza all’abbaio e difficoltà a “staccare” da una pista. L’errore frequente è aspettarsi obbedienza automatica senza fornire una motivazione adeguata.

Funzionano meglio rinforzi ad alto valore, giochi di fiuto, shaping con clicker e compiti che valorizzino il suo naso. Le richieste vanno rese chiare, graduali e coerenti. Routine, regole semplici e coerenza quotidiana evitano conflitti e frustrazioni.

Shar Pei: riservatezza, protezione e sensibilità

Lo Shar Pei affascina per l’aspetto e il carattere riservato. È un cane intelligente, ma può risultare poco “collaborativo” se il rapporto non è costruito correttamente.

Mostra talvolta diffidenza verso gli sconosciuti e forte istinto di guardia. Se socializzato tardi o male, può irrigidirsi davanti alle novità e faticare a generalizzare i comandi. Con metodi duri, chiude; con rispetto e costanza, si apre.

È cruciale una socializzazione precoce a persone, luoghi e rumori, abbinata a esperienze positive e a un’educazione coerente. Brevi sessioni, segnali chiari, pause adeguate e un attento lavoro sulla fiducia producono i cambiamenti più solidi.

Come lavorare con le razze “difficili”

Non esiste un cane indomabile, ma esistono aspettative irrealistiche. Ogni razza porta con sé doti e limiti; riconoscerli è il primo passo per collaborare, non per scontrarsi.

Le organizzazioni cinofile internazionali ricordano che l’educazione deve rispettare la genetica, puntando su metodi moderni, gentili e scientifici. La pazienza, da sola, non basta: serve un piano.

  • Puntare sul rinforzo positivo con premi davvero motivanti.
  • Usare una long line per un richiamo sicuro e progressivo.
  • Inserire attività mentali quotidiane: fiuto, problem solving, trick.
  • Strutturare la giornata con routine chiare e coerenti.
  • Curare la socializzazione precoce in modo graduale e controllato.
  • Allenare l’autocontrollo con esercizi brevi e successi facili.
  • Gestire l’ambiente: recinzioni, giochi masticabili, arricchimento.
  • Chiedere supporto a un educatore qualificato quando serve.

Oltre il mito del cane “facile”

Razze celebri per “obbedienza” come Labrador, Border Collie o Golden Retriever brillano per collaboratività, ma non sono prive di bisogni specifici. All’opposto, Husky siberiano, Bassotto e Shar Pei richiedono una guida più sottile, che unisca rigore, gioco e rispetto della loro identità.

La differenza la fa l’adattamento: scegliere strumenti giusti, calibrare le aspettative e investire nel rapporto. Con le giuste strategie, anche i cani più impegnativi diventano compagni straordinari, fedeli e profondamente appaganti.

Terzo Matni

Terzo Matni

Mi chiamo Terzo, fondatore di Hai sentito che musica e appassionato di cultura in tutte le sue forme. Da sempre esploro con curiosità suoni, immagini e storie che fanno vibrare l’Italia contemporanea. Nei miei articoli racconto ciò che mi emoziona, mi sorprende e alimenta la mia voglia di condividere la scena culturale italiana.

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