Written by 14:02 Chiacchiere cantautorali

Chiacchiere cantautorali con Andrea Briselli, voce de I Pixel.

1) Ciao Andrea, come prima domanda inizierei chiedendoti qual è la tua formazione musicale, sei un musicista-cantante?
Ho iniziato a suonare la chitarra nel periodo delle superiori, fino ad allora non mi ero mai approcciato seriamente ad uno strumento musicale.                                                    Pensandoci ora, il fatto che questa passione sia nata totalmente da me, senza mai essere stata influenzata da fattori esterni, ha fatto sì che mi potessi dedicare liberamente lasciando che le cose seguissero il loro corso.                                                                                  Spesso chi inizia a suonare da bambino, magari sotto l’influenza dei propri genitori,          poi smette da un giorno all’altro perché vede la cosa più come una “forzatura” che un vero e proprio interesse; a ciò contribuisce anche il fatto che nelle scuole italiane la musica venga fatta passare come quella materia in cui ci si limita a suonare il flauto e il triangolino e per giunta in modo superficiale, generalizzando il discorso.                               Per quanto riguarda la parte testuale, ho sempre letto molto sin da piccolo, ma ho iniziato a scrivere sul serio solo dopo aver acquisito un minimo di fiducia nel suonare la chitarra: componendo le prime melodie, ho scritto anche i primi testi.                               Ho sempre trovato divertente e intrigante cercare d’incastrare frasi di senso compiuto in una linea vocale.
2) Il tuo gruppo si chiama “I Pixel”, come vi siete conosciuti e perché avete scelto questo nome?
L’idea di creare un gruppo è nata sul finire del 2013 da me e Alex (chitarrista del gruppo), che conoscevo già da diversi anni, mentre il nome è arrivato più tardi su consiglio del primo batterista, che non fa più parte della nostra formazione.  Inizialmente era solamente “Pixel” ed era dovuto a una canzone dei Verdena inclusa nel loro disco omonimo, in seguito abbiamo aggiunto la “I” per mettere in risalto il fatto che le nostre canzoni vengono scritte esclusivamente in italiano.                                                Penso che per quanto riguarda i nomi dei gruppi non sia tanto importante la loro connessione alla musica che compongono, quanto il fatto che debbano suonare bene: secondo me “Pixel” suona molto bene e tuttora sono contento di questa scelta.                  L’unica pecca che posso trovargli, forse, è che suona troppo simile a “Pixies”, ma considerando che sono un gruppo fantastico, è comunque accettabile! (Ride)
3) Nei vostri video ho notato una certa attitudine all’arte in generale, soprattutto nel video “I sogni degli altri” troviamo il cantante-mimo.                                                    Siete legati per caso al teatro, avete studiato recitazione?
Sì, intorno ai 15/16 anni d’età ho seguito alcuni corsi di recitazione, prendendo parte a piccole opere teatrali. Credo che questo interesse fosse nato guardando alcuni ruoli in pellicole cinematografiche che mi hanno particolarmente gasato, come quello di De Niro in Taxi Driver o Di Caprio in Buon compleanno Mr. Grape e così ho voluto provare.            Tra l’altro, ora che ci penso, era lo stesso periodo in cui comprai la mia prima chitarra elettrica, quindi il mio interesse si è poi progressivamente spostato verso la musica.           Per il video de “I sogni degli altri” ho avuto l’ del mimo e mi sono voluto cimentare, ho pensato: “Se viene male, non lo vedrà mai nessuno!”.
4) Quali sono i temi che trattate di più nelle vostre canzoni?
Più che un vero e proprio tema, a fare da filo conduttore tra i miei testi è l’atmosfera che cerco di suscitare. Il mio intento, almeno nelle canzoni scritte finora, è quello di trattare cose “comuni” cercando di estremizzare i concetti, di mirare all’esagerazione.                      Penso che un esempio perfetto per descrivere ciò che ho appena detto sia racchiuso in una canzone del nostro disco precedente (Mondo Vuoto, pubblicato nel 2016): “Non importa se sto morendo se ad uccidermi sei tu”.                                                          L’argomento di fondo può, per certi versi, essere considerato banale: l’amore, l’innamoramento tra due individui è sì un argomento trito e ritrito, ma io in quella canzone ho cercato d’immaginare ciò che si può arrivare a provare nei confronti di un’altra persona in uno stato d’innamoramento massimo, a tratti morboso.                       Spesso le cose che scrivo derivano da situazioni in cui mi sono trovato io stesso, altre volte sono pensieri che ho avuto, portati volutamente all’esagerazione.

5) Qual è il vostro progetto discografico attuale? Farete dei live in giro per l’Italia?

Ora che è uscito il nuovo disco (Perfettamente Inutile, pubblicato il 5 marzo), ci saranno dei concerti per promuoverlo, in cui lo suoneremo interamente insieme ad alcuni pezzi tratti dagli EP precedenti. La data di presentazione live è fissata per il 4 maggio allo Shake Club di La Spezia, la nostra città natale.                                                                  Suoneremo poi in diversi festival, confidando nella nostra etichetta, La Clinica Dischi.

6) Qual è il vostro genere musicale?
Generalizzando, si potrebbe etichettare la nostra musica come Indie / Alternative Rock in Italiano, ma a noi non piace restringerci in un genere musicale anche perché al giorno d’oggi la parola “indie” sta assumendo un significato sempre più vasto.                                   Se fossimo usciti un po’ di anni fa con le stesse canzoni che abbiamo pubblicato adesso, saremmo stati definiti come “New Wave”, ma in realtà questo è solo un genere che la nostra musica prende come riferimento: affermare che qualcuno al giorno d’oggi faccia ancora New Wave mi sembra un po’ fuori luogo, per una questione prettamente temporale.
7) Ci sono degli artisti a cui vi ispirate?
Ci sono diversi artisti da cui prendiamo ispirazione, che possono risultare più o meno evidenti nel momento in cui si ascolta una nostra canzone, ma preferiamo che sia l’ascoltatore stesso a creare i collegamenti. A prescindere da qualsiasi influenza, cerchiamo di rendere il nostro sound riconoscibile attraverso la combinazione voce-parte strumentale, soprattutto attraverso i testi: spesso in questo genere la parte testuale si ferma alla buona riuscita della linea vocale, noi cerchiamo di dare al testo la stessa importanza che viene data alla musica su cui viene cantato.
8) Quanta importanza ha la musica nella vostra vita?

Rispondendo a questa domanda si rischia di cadere nella banalità, soprattutto se a rispondere è una persona che suona, in quanto avrà sempre un legame davvero affettivo con la musica che ascolta, a prescindere dal genere.                                                               Per me, tralasciando il fatto che poi io stesso ho iniziato a suonare, la musica significa principalmente potersi distrarre da ciò che sta intorno per poter entrare in una sorta di “seconda realtà” in cui l’artista è libero di suonare ed esprimere ciò che vuole, così com’è libero chi decide di ascoltare una sua canzone piuttosto di un’altra.

I Pixel sono: Andrea Briselli (voce e chitarra) Alex Ferri (chitarra e tastiera) Nicola Giannarelli (basso) Marco Curti (batteria)

Video de “I Sogni degli Altri”, primo singolo estratto dal nuovo album: https://www.youtube.com/watch?v=62FGRgWzi94

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Spotify: https://open.spotify.com/artist/2220b0Go6R2kvkRJi2ebnu

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Ultima modifica: 3 Dicembre 2019
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