Written by 13:00 Chiacchiere cantautorali

Chiacchiere cantautorali con Angelo Iannelli

Scritto da Benedetta Liguori e Federica Giuliani
Angelo Iannelli è un Professore di Lettere, cantautore e scrittore. Negli anni ha avuto diverse esperienze come attore, sceneggiatore e regista cinematografico e teatrale. Laureato in Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo con una tesi sulle “Tecniche dell’attore”, è dottore magistrale in Cinema, televisione e produzione multimediale.Abbiamo fatto due chiacchiere in occasione dell’uscita del suo singolo Milena.

Come nasce questa canzone?
Milena l’ho scritta nel 2015. Era qualche mese che non mi usciva più niente che ritenessi degno di essere pubblicato. Poi una notte… bum! In testa una linea melodica che non se ne andava più. Ho preso la chitarra e in mezz’ora ho scritto tutta la canzone. Anche il testo è venuto fuori da sé, come già incorporato nella melodia. Succede raramente di creare una canzone lavorando simultaneamente sul testo e sulla musica, ma quando accade so che significa che il pezzo è buono. Circa tre anni dopo ho deciso di fare uscire il brano: dell’arrangiamento se ne sono occupati Alessandro Canini e Riccardo Corso, che hanno davvero saputo cogliere l’anima del pezzo.

La canzone parla dell’evoluzione di una ragazza: dalla laurea, al primo lavoro fino alla scelta di cambiare vita. Quanto rappresenta la storia dei giovani di oggi?
Credo che la tematica del videoclip sia molto attuale. Al di là del tragico periodo sociopolitico che stiamo vivendo, le mie esperienze mi hanno insegnato che oggi è fondamentale sapersi reinventare, saper guardare avanti ed essere disposti a ricominciare tutto da capo. Nel mio piccolo l’ho fatto diverse volte, affiancando le mie attività artistiche a tanti altri lavori: a 16 anni consegnavo pizze a domicilio, poi ho fatto altri lavoretti e infine, durante l’Università e prima di specializzarmi come insegnante, è venuto il tempo del call center… pochi, pochissimi soldi, ma tanti premi in base ai risultati: tutte cose che non fanno altro che aumentare una competitività malata tra gli operatori. È un lavoro alienante, che forse condensa in sé tutte le contraddizioni del mondo di oggi. Nonostante questo, lo rifarei se dovessi avere la necessità, perché ci si può sempre ritagliare uno spazio divertente, umoristico, anche nell’alienazione più totale. E poi, e questo è il vero dramma, come operatore ero pure bravo. I capi utilizzavano la mia voce come esca. Non ne andavo fiero…

Qual è il messaggio che vuoi che arrivi con questa canzone?
Strapazzare la paura e abbandonarsi alle emozioni, anche a costo di cambiare vita e di rinunciare a tutto.
Chi conosce bene i miei brani precedenti sa che questa è una canzone “semplice”, forse la più semplice che abbia mai scritto, perché in alcuni casi, soprattutto in questo triste momento storico, è la semplicità di un sentimento che arriva dritta dove deve arrivare.

Tu sei professore, cantautore, scrittore oltre ad esperienze da sceneggiatore e attore. Quanto questa varietà di professioni ti ha aiutato nello scrivere le tue canzoni?
Mi aiuta tantissimo. Insegnare mi regala alcune delle forti emozioni che poi inserisco nelle canzoni. La letteratura e la mia attività di scrittura in generale, che sia per il teatro o per il cinema, mi aiutano a trovare nei brani musicali la giusta pulizia ed essenzialità, mi danno una grossa mano nella scelta della forma e della struttura del testo, nell’utilizzo delle figure retoriche e metriche. La conoscenza del cinema mi aiuta molto a ragionare per immagini, a dare concretezza alle parole, a scrivere testi con immagini sempre nitide, definite. Molti simbolismi li prendo proprio dal cinema, un’arte che ha un proprio enorme apparato di figure retoriche. Aver studiato recitazione mi ha aiutato molto, e mi aiuta ancora, a superare la timidezza sul palco, ad acquisire un contatto più vero con il pubblico e con tutte le persone che mi seguono.

Stiamo vivendo in un’epoca in cui c’è un forte ritorno ai sound anni 80. Come sei arrivato anche tu a questa scelta musicale?
Con Alessandro Canini e Riccardo Corso, che hanno arrangiato alla grande il pezzo, ci siamo ritrovati a dover decidere che vestito, che forma dare alla canzone. La scelta finale è stata una naturale conseguenza delle suggestioni che il brano evocava. In ogni caso mi piace molto sperimentare, alla fine fare arte vuol dire anche questo: non ripetersi e cambiare spesso i colori delle proprie canzoni, ancora di più se i brani hanno buoni riscontri tra il pubblico. È per questo che gli arrangiamenti dei prossimi pezzi saranno molto diversi dal lavoro fatto con “Milena”.

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Tag: , , Ultima modifica: 10 Luglio 2019
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