Written by 16:05 Chiacchiere cantautorali

Chiacchiere cantautorali con Luciano Tarullo

Intervista di Benedetta Liguori

La chiacchierata di oggi vede come protagonista Luciano Tarullo, musicista campano che con il suo album L’isola, mi ha stupito davvero molto. Un mix piacevole tra diversi sapori musicali e temi, arricchiti da una precisione e un lavoro attento e pulito nella gestione della tracklist e di tutti i brani. Consiglio di ascoltarlo dall’inizio alla fine senza saltare nessuna traccia, e capirete ciò di cui sto parlando.

Ho ascoltato il tuo album e mi è piaciuto davvero tanto. Parlami del progetto e di come nasce

L’album si chiama Isola, e diciamo che ho deciso di iniziare a pensare di fare un album proprio dopo aver scritto questa canzone. È la terza traccia dell’album, scrissi questa canzone circa tre anni fa, avevo già altri pezzi ma dopo aver scritto questo subito mi è venuto in mente di scriverci un’album intorno.

Ho letto che scrivi canzoni da tanto tempo

Si, ho iniziato a scrivere canzoni da adolescente, quando ero al liceo. Avevo anche una band che si chiamava The Fliners, scrivevamo brani inediti e all’epoca qui non c’erano molte band che cantavano pezzi propri, e questo ci ha permesso di fare tante esperienze, come aprire il concerto agli Afterhours e Gianluca Grignani, pur non registrando mai niente. Questa è una differenza legata anche all’epoca, adesso sei quasi obbligato ad incidere qualcosa perchè altrimenti è difficile arrivare alla gente. Registrare un’album al giorno d’oggi è fondamentale, ma in qualche modo sta scavalcando quello che in realtà è la cosa davvero più importante, ovvero suonare dal vivo.

Ultimamente però la scena sta cambiando, ci si dedica anche molto alla parte live

Assolutamente si, ma questo è un discorso che riguarda i musicisti più che i club e i locali. Io da circa tre anni gestisco un club ad Agropoli, L’Officina 72 e quindi io noto molto questa cosa. Quando vai ad ascoltare dei gruppi sul disco è una cosa, poi quando vengono a suonare si nota che non lo hanno fatto molto dal vivo, e queato accade perchè probabilmente si sono focalizzati di più a produrre e lavorare in studio.

Tornando al tuo album, so che alcuni dei brani contenuti al suo interno sono stati scritti diverso tempo fa, quali in particolare?

Come un’angelo senz’ali, un brano che ho scritto a gennaio del 2009, ricordo benissimo il periodo proprio perchè l’ho scritta dopo un’evento abbastanza tragico che non ha riguardato me personalmente ma era una situazione a me vicina. È un pezzo che iniziai a suonare anche con la mia band in quel periodo, lo ritengo molto bello, una ballata rock oserei dire anche abbastanza struggente. C’è una voce femminile nel ritornello che in realtà non è un vero e proprio ritornello ma la parte che precede un solo di chitarra che abbiamo voluto inserire per far si che la musica dicesse a modo suo tutto quello che precedentemente avevo cantato. Quello dell’aggiunta della voce femminile di Piera Lombardi, voce meravigliosa molto seguita in Cilento è stato un caso, dovevamo registrare i cori ma alla fine in studio ho deciso di togliere la mia voce e lasciare solo la sua, immaginando che quella sia proprio la voce di una madre che ha perso il proprio figlio.

Il tuo album è molto versatile, tratta di diversi temi ed è anche un mix di Rock e cantautorato, ma il tutto si sposa davvero bene. Come hai fatto a creare quest’alchimia?

C’è un lavoro molto intenso dietro, ho studiato molto la tracklist, anche come se fosse una scaletta di un concerto, quindi abbiamo lavorato molto su questo creando e arraggiando i pezzi in base a questo.

Infatti l’arrangiamento del primo brano ” È così che va il mondoApre la porta in maniera quasi perfetta a tutti gli altri brani

Grazie, ineffetti l’intro del brano è stata creata proprio per quello, se non fosse stato collocato come primo pezzo probabilmente avrebbe avuto un’arrangiamento diverso. C’è molto lavoro dietro gli arrangiamenti e la struttura dell’album proprio perchè io personalmente amo ascoltare i cd come se fossero le pagine di un libro, quindi mi sono concentrato e ho lavorato molto su questo.

Quando riponi un pezzo in un cassetto, poi quando capisci che è arrivato il momento di farlo uscire?

Beh questo è un meccanismo complicato, diciamo che è molto istintivo. Quando scrivo un pezzo, dopo aver fatto un provino al volo lo lascio stare e dopo due o tre giorni lo riascolto. E in quel momento io mi rendo subito conto se quella è una canzone che deve uscire o meno. Quando devi fare un album invece subentrano altri fattori, si tratta di fare una scelta legata meno all’istinto ma ad altre situazioni. Fortunatamente ho una serie di persone che mi hanno dato una mano e che continuano a sostenermi.

Progetti, live o altro in progamma?

Abbiamo presentato l’album nel mio locale ad Agropoli sabato scorso ed è stato bellissimo, c’etano 8 musicisti sul palco che suonavano con me, tutti quelli che hanno contribuito e partecipato al mio disco. Adesso sto organizzando altre date per continuare a portare avanti il progetto e girare un po’ con la mia musica.

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Tag: Ultima modifica: 10 Luglio 2019
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