Oggi è uscito Città animale, il nuovo disco di Fargas. Scopri di più sull’album e su com’è nato leggendo l’intervista!
La vostra è una band che nasce intorno agli anni 2000, cosa è cambiato musicalmente nei Fargas?
Musicalmente è cambiato tutto, a partire dai musicisti. Ciò che è rimasto è l’autore, io. In realtà è cambiata la coscienza di scrittura. L’utilizzo della parola per me è in continua evoluzione ma oggi lo metto come accompagnamento ad un musica che gode della stessa importanza, prima, forse, ero sbilanciato a favore dei testi, come dovessero essere il più importante strumento comunicativo. Nel 2001 firmai il mio primo contratto discografico, riuscii grazie ad un lavoro ed un sacrificio composto da scrittura, sale prova, concerti infimi e birre tiepide. Oggi firmi i contratti con il numero di follwer su instagram o spotify, che ho peraltro scoperto essere acquistabile. A questo punto ti viene voglia di ragionare, in senso musicale, sulla comunicazione.
Come nasce “città animale” e come mai questo titolo?
L’album nasce da sguardi rubati tra marciapiedi e cemento, veri o mascherati, troppo vestiti o nudi, non importa, dai piccoli versamenti ematici interiori, incendi di paura, il sentimento che tiene assieme ad oggi i temi del nostro quotidiano inconscio. Amore e lavoro. Il titolo è quello che provavo al pianoforte, accanto alla finestra, guardando fuori, mentre scrivevo quella che sarebbe diventata “Città animale” .
Cosa vorresti comunicare a chi ascolta l’album?
Vorrei comunicare ciò che ognuno ha voglia di sentire, anche solo una colonna sonora negli auricolari per sparire dalla frenesia della città. Vorrei rubare tempo ai meccanismi quotidiani ed alle alienazioni per renderli alla testa delle persone.
Dopo l’uscita di città animale avete altri progetti in programma?
Abbiamo in programma da Febbraio 2020 dei concerti. Oggi stanno lavorando ad alcuni video e dei featuring con i brani del disco. E’ tutto molto in divenire, come ci si sveglia, si fa e si farà.
