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Chiacchiere con Maldestro e il suo nuovo album EgoSistema

Tempo di Lettura: 2 minuti Dopo due anni di silenzio musicale Maldestro torna con Egosistema, un album intenso. Qui le nostre chiacchiere insieme.

MALDESTRO EgoSistema -Credit by:Riccardo Piccirillo

Antonio Maldestro torna dopo due anni con un nuovo album, EgoSistema. Scritto prima del lockdown, l’album sembra entrare nelle pieghe più intime dell’animo non avendo paura di scoprire anche gli angoli più scuri.

EgoSistema parla di Antonio attraverso 11 tracce che accompagnano l’ascoltatore in un percorso interessante sia a livello di scrittura che musicale.  In un momento storico in cui sono state tante le uscite musicali più o meno centrate, EgoSistema è un progetto ben realizzato e con una trama ben definita davanti che sembra cullare tutti noi in un periodo in cui abbiamo davvero la necessità di ascoltare bella musica.

EgoSistema è un album di rottura rispetto al precedente. Cosa voleva raccontare Maldestro con questo album?

Volevo raccontare semplicemente me stesso con più lucidità e chiarezza, senza ghirigori o lustrini. Oggi ho una consapevolezza diversa rispetto a prima quindi sono molto più diretto. Oggi è Antonio che racconta Maldestro, ieri era Maldestro che raccontava Antonio.

La focus Track dell’album è Il panico dell’ansia. Perché hai scelto proprio lei?

Perchè penso che Il panico dell’ansia colleghi un po’ tutto il concept dell’album ossia la liberazione e lo svestirmi da certe cose per poter vivere sereni e non avere più le ansia e le preoccupazioni di mostrarsi per chi non si è realmente. In fondo ci mostriamo diversi tutti i giorni, anche quando andiamo dal salumiere o dal tabaccaio. Volevo levare via tutta questa roba inutile che ci fa solo male per poter poi vivere felici, ma soprattutto in pace.

MALDESTRO EgoSistema

MALDESTRO EgoSistema

E’ un periodo difficile lo sappiamo tutti e in conferenza stampa hai affermato che non hai scritto nulla relativo alla musica. E’ vero?

Si, non ho scritto nulla relativo alla musica. Ho scritto il mio primo romanzo e una trilogia di racconti che presto pubblicheremo. Però non ho messo una nota.

Come mia proprio a livello musicale non hai realizzato nulla?

Perchè avevo già scritto il disco ad ottobre-novembre e tutto quello che avevo da dire in musica già lo avevo buttato fuori. Poi io non mi definisco un cantautore, in parte lo sono ma mi piace esprimermi in diverse forme. Essere incanalato in una categoria mi sta un po’ stretto.

In questa ripresa- non ripresa come pensi di presentare il disco al pubblico senza poter organizzare un concerto?

E’ tutto molto difficile, stiamo cercando delle alternative per presentare il disco al meglio magari in streaming o in rete. Cercare di creare qualcosa di divertente e incuriosire le persone in un altro modo. Il mio desiderio è quello di andare per strada e raccontare il disco alle persone guardandole negli occhi. Ma prendiamo atto della situazione.

Se un ascoltatore volesse approcciarsi al tuo disco, con quale traccia gli consiglieresti di iniziare?

Direi Come Kim Ki-Duk è la prima che ho scritto per questo album ed è una canzone a cui tengo molto.

 

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Ultima modifica: 2 Novembre 2020
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