Written by 13:54 Chiacchiere cantautorali

Diego Nicchi racconta “Ego”

Scritto da Federica Giuliani

Per mezz’ora della nostra vita musicale, Diego Nicchi è diventato il quarto membro di Hai sentito che musica. Abbiamo parlato davvero di tutto: di rap, dell’evoluzione del genere, degli EGO, dei singoli in uscita e della passione che li porta a fare questo mestiere.

Vi lasciamo alle parole di Diego, e all’ascolto dell’album Saette. Ego è davvero un bel progetto e non vediamo l’ora di sentirlo live.

Com’è nato il progetto e com’è nata la collaborazione tra te (Diego “Ego” Nicchi-testi) e Filippo Milanesi (musica e arrangiamenti)?

Il progetto EGO nasce nel 2015 ad Arezzo. Inizialmente ero solista. Io (Diego) ho avuto un trascorso di 10 anni con una band che si chiamava Soul Killa Beatz, dopo questa parentesi si è interrotto il progetto e io sono tornato con il genere con cui avevo iniziato: il rap. Ho re-iniziato in maniera totalmente amatoriale. Ho scaricato delle basi da internet ed è nato così il primo Demo: Sentimentalismi un Ep di 4-5 pezzi. Dopo neanche due giorni che avevo inserito i brani su YouTube, mi scrive Filippo che suonava in un’altra band che si chiamava Hombre Lobo mi chiede se era possibile accompagnarmi con la chitarra, anche per dare un po’ di freschezza al live. La prima data che abbiamo fatto insieme è stata al Circolo Karemaski di Arezzo in apertura al Cecco&Cipo. Da quella data in poi non ci siamo più lasciati, anche perché Filippo ha iniziato a produrre bit. Da solista il progetto è diventato un duo. Filippo Milanesi insieme ad altre persone che seguono gli EGO dal vivo, ha aperto il ROOFTOP STUDIO che è la nostra base operativa. Qui è nato il disco e tutte le nuove canzoni.

Il disco è nato insieme da te e Filippo?

Il disco è all’80% nato insieme, abbiamo anche ripreso dei pezzi che erano inseriti in Sentimentalismi, ma comunque abbiamo stravolto anche quelli. L’idea e la concezione è nata da me e Filippo e poi siamo stati aiutati nella registrazione e produzione da Marco Romanelli, Arturo Mangnanensi e Lorenzo Nocentini che hanno prodotto e suonato il disco insieme a noi. Sono un po’ la crew di EGO. Anche se noi con il rap nudo e puro abbiamo poco a che fare, è un mio ricordo di adolescente. EGO sporca molto il rap con il pop, il soul e altre contaminazioni.

Il rap oggi è molto contaminato come hai già detto tu, voi siete molto vicini allo stile di Frah Quintale e Ghemon. Secondo te il rap ha ancora quella valenza che aveva prima? Anche di disagio se vogliamo…

Per me il rap, come l’ho vissuto io, è sempre stato un mezzo per raccontare se stessi. Qualsiasi sia la vita che uno ha vissuto, con difficoltà e gioie annesse. Non ho mai preteso di raccontare la strada vera perchè semplicemente non l’ho vissuta. Ho raccontato altre mie difficoltà che ho avuto nella vita. Il rap soprattutto deve fare questo: raccontare quello che sei. Poi può avere diverse sfumature: se si parla di suono, sicuramente il rap si è sporcato di più e si è anche alleggerito. Nonostante ci siano ancora artisti che portano avanti quella ideologia di rap più spinto. Io stesso impazzisco quando vado a sentire un concerto dei Kaos o de I Colle Der fomento, le mie radici sono quelle e mi esaltano sempre. Per me un disco di Biggie o di 2Pac mi da dei brividi assurdi. Ho fatto però un’operazione su me stesso: ho cercato di capire come potevo utilizzare il rapper per raccontarmi, ma non volevo perdere le cose belle che avevo intorno. Ad esempio sono nato anche con i cantautori, i cantautori indipendenti, il rock alternativo e cercavo sempre di allungare le mani anche da altre parti perché non mi accontentavo. Per me EGO è quindi fare rap senza problemi:  mi sento libero di rapper in un pezzo il 10% e un altro invece repparlo tutto.

Hai un po’ unito le strade del cantautorato con quelle del rap…

Si, come hanno fatto anche Ghemon, Frah Quintale e, uno su tutti che ha dato un po’ il via, Neffa. Un re dell’hip hop che, ad inizio anni 2000 si dedica più ad un cantautorato soul. Lui mi ha fatto dire “posso farlo anche io”. Allontanarmi da quello che è il rap classico. Io non vado contro chi difende a spada tratta un certo tipo di rap, e faccio fare il rap a chi lo sa veramente fare. Io faccio il mio.

Hai chiamato una domanda: Rapper preferito del momento

Oddio…mi hai messo in crisi! Diciamo che possiamo fare una distinzione: rapper della vecchia guardia ti direi Bassi Maestro a livello di scrittura e Tormento dei Sottotono a livello di Flow e di stile. Lui inseriva moltissimo il cantato già negli anni 90. Per quanto riguarda Il rapper preferito attuale, direi che provo un grandissimo amore per Ghemon, ma se si parla proprio di rap stretto in termine di metrica e stile non ho mai smesso di seguire Fabri Fibra dai tempi di Uomini di Mare. E’ stato il primo che ha capito che innovazione si poteva portare con il rap ed ha riportato questo genere alle grandi classifiche, portandolo anche in televisione.

In Italia il rap è un genere, ad oggi, molto più sdoganato che è arrivato al Mainstream

Si assolutamente, per questo ho scelto anche Fabri Fibra perché è arrivato al grande pubblico. Se dovessi dirti un rapper che non viene passato in radio, ma che viaggia molto perché i suoi video su YouTube hanno grandi numeri direi Egreen. Lui è un ottimo esempio di vecchia scuola.

Uno dei pezzi che più c’è piaciuto dell’album è Tempi e Modalità, soprattutto perché è un pezzo rap con la base di un pianoforte. Molto particolare. Com’è nato?

Il pezzo è nato da un bellissimo giro di piano buttato giù inizialmente da Filippo e suonato poi nel disco da Paolo Fantozzi che è un grandissimo musicista che ci ha donato la sua abilita per questo pezzo. Avevamo bisogno delle sfumature new soul, molto appoggiate che avessero però dei guizzi blues, le cosiddette note blu. Un pezzo che tocca le corde della malinconia e della nostalgia, anche perché è il mondo in cui sappiamo muoverci meglio. Tempi e Modalità è una sorta di ammissione, infatti nel ritornello dico “è vero abbiamo sbagliato tempi e modalità, carichiamo il mondo in auto e abbandoniamo la città”. Come dire forse quando facevamo questa musica qui abbiamo sbagliato i tempi e le modalità, ma se vi diamo fastidio andremo lontano a suonare. E’ anche un brano molto ironico, come quando chiudiamo il pezzo citando Serenata Rap di Jovanotti, confondendo la parola rap con la parola trap. E’ un brano che in sé ha una forte malinconia anche dovuta dal piano, ma mi sono divertito ad alleggerirlo un po’ per far sorridere chi lo ascoltava. E’ una piccola rivincita che mi sono voluto prendere contro chi in questi anni può aver pensato che EGO fosse un progetto finto, nato poiché era il momento giusto di tornare a fare rap. Ma io questa cosa non l’ho mai smessa di fare quindi mi sento in pieno di diritto di rivendicarla.

Parlami un po’ di Saette che è il brano che da il nome all’album

Saette è stato il secondo singolo uscito dall’album con video. Per girare il video siamo andati a Rimini ed è stato il continuo del video di Il meglio di te, che è stato il primo singolo estratto dall’album. I due video sono, in realtà, una storia unica. Per fare il video abbiamo collaborato con i ragazzi di Super 35, una casa di produzione video incredibile. Oltre gli amici che si sono prestati nel girare il video, abbiamo avuto il piacere di avere Alberto Pernazza, ex degli Ex-Otago. Lui è uno di quelli che ha usato il rap nella musica pop che veniva prodotta dagli Ex-Otago. Ora invece usciamo con il quarto singolo, Niente di meglio da dire, il brano che personalmente sento di più. E’ un brano in cui ho ringraziato a parole e con la musica tutti coloro che ci hanno supportato in questo progetto, anche nei momenti di incertezza e, soprattutto, la mia attuale compagna. Lei mi ha supportato e sopportato e ci ha creduto anche più di me. La cosa più bella di quando porto sul palco questa canzone è vedere come le persone che hanno anche una storia diversa dalla mia si ritrovino in questa canzone e questo per me va oltre ogni qualsiasi ricompensa che ci possa essere. Quando canti le tue canzoni e la gente le prende e le fa sue è la cosa più bella.

Ringraziamo Diego Nicchi per la disponibilità, L’ufficio Stampa Fleisch e la Woodworm. 

Link Spotify dell’album Saette: 

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Tag: , , , , , , , , , , , , , , , , Ultima modifica: 10 Luglio 2019
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