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Epo, il nuovo disco “Enea” per soundFly – Chiacchiere cantautorali

Intervista di Benedetta Liguori

Oggi esce Enea, il nuovo disco degli Epo per SoundFly. Ovviamente, non abbiamo perso l’occasione di fare delle domande alla band sul progetto e sul nuovo disco:

Facciamo un tuffo nel passato, il vostro progetto è nato nel 2000, in che modo?

EPO è un progetto nato intorno ad un disco. L’idea di partenza con il produttore Mario Conte, era quella di realizzare un lavoro solista ma, visto che man mano che coinvolgevamo persone nel progetto la musica perdeva sempre più i connotati del “cantautorato” tradizionale, abbiamo pubblicato il disco a nome di una band.

Il primo marzo esce il vostro nuovo lavoro “Enea”, come mai avete scelto questo titolo?

Il titolo è stato proposto da Gabriele Lazzarotti – al basso negli EPO oltre che con Daniele Silvestri, Le Luci della centrale elettrica e nella resident band di “Propaganda” – e ci è piaciuta subito. Per noi il disco rappresenta un viaggio lungo più di 3 anni e che ha incontrato non pochi ostacoli, tutti superati grazie al nostro sconfinato amore per la musica ed alla convinzione di aver fatto un lavoro che vale davvero la pena di essere ascoltato. Questo per noi conta tanto.

Il disco vanta collaborazioni importanti, come Roy Paci ai fiati e Rodrigo D’Erasmo agli archi. La lingua napoletana è una delle protagoniste di questo lavoro, le canzoni sono nate in maniera spontanea in napoletano o avevate già in cantiere l’idea di un progetto di questo tipo?

Al napoletano siamo arrivati pian piano, nei lavori precedenti è sempre stato presente in qualche brano, ma va dato merito all’intuizione del produttore Daniele “IlMafio” Tortora che ci ha convinti a scrivere un disco tutto in dialetto, lingua nella quale nella sua visione raggiungevamo un livello di espressione fino ad ora inesplorato sia per il cantato che per la musica della band.

Com’è scrivere in Napoletano? Cosa cambia per chi si approccia alla scrittura?

E’ stato un lavoro stimolante durante il quale mi sono reso conto che la voce aveva ulteriori potenzialità come “strumento”, anche e soprattutto per persone che non capiscono il dialetto. Nei mesi credo di aver trovato un mio approccio personale all’uso della lingua, il mio modo di tenermi in equilibrio tra modernità e tradizione.

La copertina del disco è molto particolare e rilassa alla vista perché avete scelto questa immagine?

“Mary’s Shell” è un’installazione realizzata in un paesino delle lande inglesi che stilizza una conchiglia, arrivando ad evocare un’imbarcazione e che si trova vicino al mare per fare in modo che pian piano vada in consunzione. Trovavamo l’idea molto suggestiva e in sintonia con il viaggio di “Enea”. Il merito va al lavoro di Patrizio Squeglia.

Progetti in cantiere dopo l’uscita del disco, live, presentazioni o altri eventi

Cercheremo di portare questo disco così pieno di significati, questo lungo viaggio di quasi tre anni quanto più in giro possibile; Crediamo profondamente nella musica e nelle parole di queste canzoni e ancora oggi per noi suonare dal vivo è la cosa più bella e naturale che ci sia.

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Tag: Ultima modifica: 10 Luglio 2019
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