Scritto da Federica Giuliani
Se nonostante si faccia musica da anni si ha ancora la voglia di sperimentare, conoscere e cimentarsi in nuovi ruoli, vuol dire che la passione per questo mestiere ha vinto. E’ questo il racconto di Fabio Zuffanti, del suo nuovo album In/out. Un lavoro fatto di collaborazioni, di amicizia, di professionalità, ma soprattutto dalla voglia di mettersi in gioco sempre. Il risultato è un album come In/out: innovativo e pieno di creatività. Leggete qui per saperne di più.
Com’è nata l’idea dell’album?
Diciamo che il mio stile musicale solitamente è il prog. In questo caso, una volta completato l’album, ho sentito la necessità di sperimentare e scoprire qualcosa di nuovo. Quando ormai l’album era completato e pronto ho contattato Livio Magnani. Abbiamo fatto un’opera di scomposizione e ricomposizione totale di tutti i brani ed è nata questa versione di IN/OUT. Tutto nasce dalla mia necessità di mettermi in gioco.
Impossibile non riconoscere la voce di Fabio Cinti nelle canzoni. Come è nata la vostra collaborazione?
E’ stato tutto molto naturale. Diciamo che il legame è stato probabilmente Franco Battiato. Lui è uscito con un album, La voce del padrone-un adattamento gentile, dove riprendeva le tracce de La Voce del padrone di Battiato. Io, nel mentre, ho scritto un libro su Battiato che si intitola proprio Battiato: La Voce del padrone. Questo lavoro è stato pubblicato un anno fa e parla di Battiato dalla sua nascita fino all’uscita de ‘La voce del Padrone’. Fabio usciva contemporaneamente con il suo album. Ci siamo ritrovati insieme a fare presentazioni, ci siamo conosciuti meglio e mi è sembrato naturale coinvolgerlo.
Parlando di Fabio Cinti, hai usato il termine “mettere in scena la voce di Fabio”. E’ molto bello che tu lo abbia usato perchè, effettivamente, la voce di Fabio è quasi teatrale, crea davvero l’immagine della canzone che va ad interpretare. Come mai hai scelto proprio lui per questo lavoro?
Sicuramente è vero che ha una connotazione teatrale nella sua voce che è una caratteristica molto bella secondo me. Detto questo, in questo lavoro Fabio è un attore. Io e Livio Magnani siamo stati i registi e lui è stato l’attore. Tra l’altro la scelta di Fabio Cinti è stata fatta anche con Livio, tutte le scelte dell’album sono state condivise con Livio. Si può dire che questo album poteva uscire a nome mio e di Livio Magnani. C’è stata una collaborazione stretta per tutto il tempo e Fabio è stato l’attore che abbiamo scelto per interpretare il ruolo di cantante, ed è stato perfetto. Poi, come avevamo anticipato prima, abbiamo collaborato tanto in precedenza e quindi è venuto naturale chiedergli se aveva voglia di cantare queste canzoni. Sono quelle scelte che fai a pelle senza pensarci troppo.
Una track dell’album che ti è rimasta più dentro
Allora domanda difficile, ogni pezzo ha una sua storia ed è come se tutti i pezzi fossero un unico grande pezzo.
Ti cambio la domanda: il brano che avresti voluto cantare
Ma sicuramente Se ci sei, che è il brano più intimo dell’intero album ed è anche quello più ridotto all’osso essendo praticamente chitarra e voce. E’ un pezzo a cui tengo molto ed è anche il più vecchio poiché l’ho scritto molti anni fa.
I brani hanno anno di nascita differenti quindi…
In realtà l’unico mio pezzo vecchio è proprio Se ci sei, che appariva in una versione diversa già in un mio vecchio album. L’ho rivisto e cambiato, mentre gli altri pezzi sono tutti nuovi. I testi, una volta averli scritti, li ho passati a Piergiorgio Pardo, validissimo musicista e giornalisti e li abbiamo rivisti insieme.
E’ un album pieno di sperimentazione
Diciamo che mi sono rimesso in gioco un po’ in tutta l’elaborazione dell’album. C’è da dire che io ho fatto 5 album da solista, ma con vari gruppi ho fatto un infinità di album. Però avevo proprio la volontà di rimettermi in gioco per studiare nuove prospettive sia professionali che personali. Anche perché ogni volta che realizzo un disco è un lavoro che faccio su me stesso.
Una parte che mi ha molto colpita dell’album è tutta la parte grafica. Come è nata l’idea?
La copertina è un’altra particolarità, è stata realizzata da quello che è solitamente un musicista: Enrico Gabrielli (musicista dei Calibro 35, Afterhours …)
In pratica in questo album nessuno ha fatto quello che di solito fa!
Esatto! Tutti hanno cercato di mettersi in gioco! Anche perché lo stesso Fabio Cinti è la prima volta che canta in un disco non scritto da lui. Mentre Enrico è un validissimo disegnatore, io l’ho scoperto perché lo scorso anno lui ha pubblicato un libro di racconti (sempre per mettersi in gioco). Io li ho visti e gli ho detto che mi sarebbe piaciuto realizzasse qualcosa per il mio album e lui lo ha fatto.
I dischi, i vinili mi piacciono molto, il progetto “fisico” di un album è sempre molto interessante perché parla anche lui del lavoro che contiene. In questo la parte grafica è davvero complementare all’album.
Si, devo dire che sono molto contento. Anche perché fino all’ultimo non sapevamo bene quale disegno scegliere tra tutti i disegni che mi aveva mandato. Poi è uscito questo metronomo rotto, che non segna il tempo e non va né da una parte né dall’altra. E questo simboleggia anche l’album e il senso dell’album che si chiama proprio IN/OUT. Il discorso che sta alla base di tutto è il decidere di non decidere.
Questa filosofia si ritrova anche nella storia di tutti voi nel comporre questo album: ognuno ha svolto ruoli differenti da quelli canonici, ma con un lavoro corale
Esatto!
Ringraziamo Fabio Zuffanti per la chiacchierata, ecco le date dei prossimi live:
- 12 maggio: Christadoro, Pub Centrale, Erba (CO)-
- 19 maggio: Finisterre, Terra Incognita Festival, Quebec City (Canada)-
- 31 maggio: Finisterre, ProgSud, Marsiglia (Francia)-
- 12 ottobre: Hostsonaten, La Claque (GE)