Written by 13:53 Chiacchiere cantautorali

Il coraggio di intrapendere la strada più difficile ma la più bella – Carlo Bolacchi

Intervista di Benedetta Liguori

Di chiacchierate ne abbiamo fatte tante (non amiamo utilizzare il termine intervista) e tante altre ne faremo. Ognuna lascia qualcosa dentro di noi, e ci cambia un po. Poi ci sono chiacchierate come queste che fanno proprio bene al cuore. Il protagonista è Carlo Bolacchi, che ormai definiamo un caro vecchio amico di Hai sentito che musica. Infatti circa un’anno fa abbiamo avuto l’occasione di conoscere la sua musica e parlare con e di lui. (Clicca qui). Adesso però, a distanza di un’anno facciamo il punto della situazione e scopriamo cosa è cambiato.

Ti abbiamo lasciato lo scorso anno così: “Al momento non c’è un disco in arrivo. O meglio, c’era, però mi sono accorto che non mi rispecchia più e non penso di pubblicarlo, almeno adesso.Cosa è cambiato?

Sono cambiato io, o meglio ho deciso di ascoltare me stesso e quello che realmente mi piace, ciò in cui mi riconosco, senza preconcetti sbagliati.

Il 19 aprile uscirà il tuo nuovo singolo “Nashville” che da inizio ad un progetto molto particolare

Ho deciso di pubblicare Nashville in una versione intima, casereccia come sono io. Io amo l’acustico, mi ci vedo molto in questo mondo e mi sento bene. La canzone è autoprodotta ed è stata registrata in diretta, senza multitraccia, con due chitarre, la mia e quella di Marco Montanari, che da sette anni mi segue nel bene e nel male credendo in me. Tutto come se fosse dal vivo.

Ed è proprio la sensazione che si prova quando si ascolta il brano, quella di ascoltarti live, ed è davvero molto particolare.

Proprio questo sarà il cuore del progetto, tutti i singoli che usciranno da qui alla fine dell’anno saranno autoprodotti e registrati in acustico e in diretta. Ho deciso di fare ciò che mi fa stare bene con me stesso, nonostante possa risultare poco mainstream e poco alla moda, ma voglio ascoltare questi pezzi fra dieci anni e dirmi ” mi piace ” cosa che non ho provato in altre situazioni.

A parte “Nashville” tra i brani che farai uscire nei prossimi mesi c’è qualcosa che abbiamo già ascoltato nel corso delle aperture dei concerti di Ermal Meta o che hai già cantato dal vivo o ci saranno solo cose nuove?

Probabilmente tutte cose nuove, anche scritte da poco, Poi punterò anche a uscire live mantenendo sempre questa visione acustica, sarà come stare in casa, chitarra e voce, in maniera diretta e semplice.

Come mai la scelta di iniziare il progetto facendo uscire come primo singolo “Nashville?”

Bella domanda (ride), questa canzone l’ho cantata per la prima volta all’Alcatraz di Milano, durante l’apertura di un concerto di Ermal e mi ricordo di aver deciso di suonarla al momento, anche se non avevo mai provato a suonarla dal vivo, l’avevo scritta poco prima della serata. Nonostante questo il pubblico rispose molto bene alla canzone, non me lo sarei mai aspettato e invece arrivò subito anche a livello emozionale,probabilmente perchè la sentivo molto. È una canzone che ho scritto in un momento di sconforto per una persona a cui tenevo molto ed è un pezzo che amo, mi da tanto ogni volta che lo suono. In più ho deciso di pubblicarlo per ringraziare tutte le persone che nonostante questo periodo di assenza, di non pubblicazione mi sono sempre state vicine.

Nonostante tu stia ora per cambiare la rotta, il pezzo è nato quando tu ancora non avevi messo in atto questo cambiamento a livello pratico. Credi che inconsciamente la canzone lo abbia preannunciato?

Secondo me hai proprio ragione, infatti quando ho iniziato a suonare nel primo tour di Ermal ho avuto l’occasione di confrontarmi con tante persone e con tanti artisti, come ad esempio Pier (Cordio). Infatti mi ricordo che proprio lui in macchina un giorno mi disse ” Ma io ti vedrei proprio bene a cantare come se fossi a casa tua, perchè tu arrivi così ” e ogni tanto a Pier glielo dico che aveva ragione, ha aperto un po’ il vaso di Pandora. Diciamo quindi che in quel periodo lì è nata l’esigenza, che poi piano piano è uscita fuori.

La copertina del singolo è molto bella, raccontaci com’è nata l’idea

A Milano nel corso di un’evento ho conosciuto una fotografa Emily Galle, successivamente l’ho contattata e le ho chiesto di lavorare a una copertina per Nashville. Ho visto tra i suoi lavori quella foto, ne sono rimasto colpito subito e ho capito che lei era quella giusta per il mio pezzo. Il soggetto della foto è proprio la fotografa, è un’autoscatto, mentre la location è il Lago D’Orta, vicino Novara.

L’ambientazione mi ha ricordato molto Dawson’s Creek

(Ride) Bravissima è proprio quella roba li! Volevo riprendere quel tipo di paesaggi americani.

Come mai la scelta di creare una polaroid per la copertina?

Tutte le copertine dei prossimi singoli saranno polaroid come questa e istantanee che racconteranno il momento della registrazione o anche della stesura del pezzo.

(Visited 30 times, 1 visits today)
Tag: Ultima modifica: 10 Luglio 2019
Chiudi