Scritto da Federica Giuliani
Mario Venuti torna con un nuovo album, Soyuz 10, il decimo da solista. Il singolo, uscito il 3 maggio, si intitola Il Pubblico sei tu ed è davvero uno spronare se stessi e gli altri a diventare ciò che si è. Un messaggio di positività e speranza per tutti, ma soprattutto i giovani che spesso vengono derisi davanti ai loro sogni.
Vi lasciamo alle nostre chiacchiere con Mario Venuti, un’emozione per noi intervistarlo e un momento di crescita musicale, ma soprattutto umana.
Com’è Nato l’album Soyuz10?
In maniera molto istintiva, non ho programmato nulla. Non ho pianificato un disco e questo si nota dalla varietà di generi. Il fatto che ci siano tutte queste canzoni d’amore invece lo avevo programmato: volevo fosse un disco molto emozionale.
La mia seconda domanda sarebbe stata proprio questa: Alla fine si scrive spesso di amore. Come mai?
Per reazione. Ho sempre scritto d’amore, nel disco precedente (Motore di Vita) c’era Lasciati Amare che è stato anche uno dei brani più fortunati dell’album. Questo volevo fosse un disco del cuore, tranne alcune tracce, principalmente si tratta di un disco emozionale.
Anche le collaborazioni sono nate durante la stesura del disco?
No direi di no. Kaballà (all’anagrafe Giuseppe Rinaldi, musicista e cantautore italiano) è ormai una presenza costante. Lui mi aiuta a dare una forma più completa alle mie idee, con Kaballà tutto prende una forma più compiuta. Bianconi (all’anagrafe Francesco Bianconi, cantautore e scrittore italiano. Frontman del gruppo Baustelle) voglio che ci sia almeno in una canzone per ogni mio album proprio per un discorso di stima che ho nei suoi confronti. Per quanto riguarda la produzione, con Luca Chiaravalli abbiamo realizzato il singolo Il pubblico sei tu. Il resto l’ho prodotto io con il mio collaboratore musicista con il quale lavoro da anni.
Il Pubblico sei tu è un vero e proprio inno motivazionale, una spinta al “fare quello che si é”. Quale vorresti fosse il messaggio da far arrivare ai giovani in un momento così difficile?
L’album si intitola Soyuz 10, come mai questo nome?
In realtà cercavo un modo per evitare il cliché della canzone che da il titolo a tutto l’album. A volte ci sono dei particolari anche estranei ai contenuti del disco che ti fanno scegliere un titolo. In questo caso stavo registrando la voce dell’album e per farlo abbiamo scelto un microfono che si chiama Soyuz, come la navicella spaziale. Mi è sembrata una cosa buffa. In seguito ho anche scoperto che Soyuz significa incontro in russo. Trattandosi di un disco di canzoni d’amore mi sembrava che tutto tornasse. I viaggi nello spazio infondo sono simili alle relazioni sentimentali, perché ci si avvicina a mondi del tutto sconosciuti.
Tu sei Siciliano, quanto influisce la tua terra di origine nella composizione delle tue canzoni?
Se succede è del tutto inconscio. La Sicilia è un luogo ricco con delle forti peculiarità, ma io ho una visione provinciale e cosmopolita al tempo stesso. Sono aperto a tutte le influenze.
Soyuz 10 è un disco molto suonato, lo hai pensato anche per i live..
Il live è sempre stato una parte fondamentale nella mia carriera artistica, sia in esibizioni piano e voce che con il gruppo. Sarà così anche per questo album.
Mario Venuti è proprio ora in giro per gli instore che toccheranno buona parte dell’Italia. Ecco le dati rimanenti:
12/06 Firenze – Feltrinelli Red P.zza della Repubblica 26 h18:30
13/06 Milano – Feltrinelli Piazza Piemonte 2 h 18:30
14/06 Bologna – Feltrinelli Piazza Ravegnana 1 h 17:30
17/06 Torino – Feltrinelli Stazione Porta Nuova h 18:30
