Written by 15:59 Chiacchiere cantautorali • One Comment

Ritratto di un giovane cantautore: Pierfrancesco Cordio

Tempo di Lettura: 3 minuti A pochi mesi dall’uscita del suo primo album, Ritratti post diploma, Pierfrancesco Cordio racconta del suo album e del suo essere cantautore.

Pierfrancesco Cordio - Ritratti post diploma. Credit by: Mescal

Classe 1995, fabbricante di parole, Pierfrancesco Cordio è un giovane cantautore catanese che abbiamo imparato ad amare lentamente. Si perchè Pierfrancesco è così: un bicchiere di the caldo bollente dove poter trovare ristoro in un freddo pomeriggio invernale.

A pochi mesi dall’uscita del suo primo album Ritratti post diploma firmato Mescal incontriamo il giovane cantautore che racconta di sé e del suo viaggio verso la musica.

Ritratti post diploma è il tuo primo album, qual è la sua genesi?

Ritratti post diploma è composto da 6 canzoni simili nel suono, nelle immagini. Ho scelto di pubblicare questi brani perchè c’è un legame.  Le ho registrate tutte nello stesso arco di tempo, 20 giorni, in cui ci vedevamo con Ermal Meta e con Simone Pavia (in arte Davorio), mangiavamo insieme al ristorante e andavamo in studio. Io cantavo, Simone suonava, Ermal arrangiava. Si era davvero creata una routine e questa cosa restituisce  una grande verità di quello che è successo. Il filo conduttore dell’album serve affinchè le persone possano non-confondersi. Una canzone come Il Paradiso è piena di strumenti, allegorica e quindi è, a tutti gli effetti, un episodio a parte che non aveva senso inserire in un album come questo.

La scelta di cambiare abito ad alcune canzoni è nata in studio o per creare un filo conduttore tra di loro?

Io in realtà non parlerei proprio di cambiamento, le persone che hanno ascoltato questi brani dal vivo non erano molte essendo questa la mia prima pubblicazione. Io ho sempre proposto la versione live acustica, a volte solo con il piano a volte piano e chitarra. Io non avevo intenzione di fare un progetto acustico, si vede già dai singoli che ho pubblicato come La nostra Vita o Almeno tu ricordati di me. Se dovessi fare una percentuale il disco è 60% cantautore e 40% pop.

Immagino che il cantautorato sia sempre la tua strada maestra

Si, perchè è la roba in cui mi sento più credibile. A me piace moltissimo la musica pop, mi piace Cremonini, Jovanotti, Vasco Rossi. Io però non sono credibile in quei panni: non ho la voce nè l’immagine. Non sono io, io sono più questo: un pop gentile.

 

 

Quali sono i motivi che ti hanno portato a scegliere proprio questi sei brani?

Principalmente i motivi sono due. Il primo è il contest dell’album: Ritratti e tutti questi brani sono estremamente figurativi. Il disco inizia con un’immagine “Metropolitana 7 di mattina cuffie nell’orecchio un tipo guarda il cellulare..” e poi continua con “ti ho tradita mille volte quando ho immaginato di sposare una passante”. Questa sequenza potrebbe essere girata lo stesso in metropolitana. Così come questi frammenti sono legati come in un quadro, anche per altri è così. Il secondo è sicuramente il confronto con Ermal Meta: lui è stato proprio produttore del disco. In linea di massima il concetto era un ventaglio abbastanza diverso di emozioni. Ti ho tradita mille volte è una ammissione di fragilità, Altro che artista è una canzone sull’apparenza e così tutte le canzoni hanno una storia.

Hai trascorso gli ultimi due anni negli opening act, adesso è un po il giro di boa poichè c’è un album tutto tuo. Qual è la sensazione di essere tu in prima linea?

Gli opening act sono stati un allenamento finalizzato ad arrivare a quello che sta avvenendo adesso. in realtà penso a questo momento dalla mia prima volta sul palco, è la conseguenza più prevedibile di quel percorso lì. E’ davvero molto bello ed era quello che desideravo, ma non avrei potuto farlo con la consapevolezza con cui lo faccio senza le aperture con Ermal Meta.

La maturità aumenta quando fai delle esperienze di questo tipo.

Si diciamo che gli aspetti sono 2, il primo è sicuramente aver suonato tante volte dal vivo in posti grandi e per concerti importanti. L’altro è aver rivisto Ermal Meta tante volte sul palco e vedere come affronta il live: una persona con cui parlo in camerino 10 minuti prima e poi lo vedo sul palco applaudito da tantissime persone. Questi sono i due aspetti che mi hanno forgiato: l’osservare e l’esperienza.

Il contest dell’album è Ritratti, se oggi dovessi fare il tuo di ritratto cosa diresti?

Bella domanda. Mi vedo felice, perchè sto imparando a convivere con le mie fragilità quindi non a superarle ma ad accettarle e ad essere libero. Tendo a non avere più troppa paura del giudizio degli altri, fare pace con il fatto di essere in un certo modo ti fa sentire libero.

 

 

 

 

 

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Ultima modifica: 17 Gennaio 2020
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