Written by 13:45 Chiacchiere cantautorali

Un viaggio “dove non si tocca” con Eleviole

Intervista di Benedetta Liguori

Eleonora Tosca, in arte Eleviole è una cantautrice e un medico veterinario. La sua emotività ci trasporta in un viaggio indietro nel tempo, aiutandoci a ripercorrere attimi della nostra fanciullezza dimenticati o accantonati nella nostra mente adulta.

Come nasce la tua passione per la musica?

Da tempi non sospetti, è una cosa che ho sempre fatto fin da piccola ed è cresciuta con me. Nell’adolescenza ho iniziato a scrivere cose mie, poi sono arrivate le band, poi ancora la mia band del cuore con cui ho pubblicato due dischi per poi arrivare al progetto solista.

Quando ti sei resa conto che le tue parole potevano diventare musica?

Praticamente da subito, sono nata con questa predisposizione a tutto ciò che è canzone, ascoltando grandi cantautori, quindi è stata una cosa automatica.

Parlami di questo disco, Dove non si tocca, che mi ha emozionata molto

Il nome nasce da una suggestione che avevo da piccola, quando andare al mare dove non si toccava sembrava una trasgressione incredibile. Siccome tutto il disco è basato sul concetto della fanciullezza perduta, ho deciso di dare questo nome proprio per ricordare la felicità di quei momenti.

La copertina di questo disco è molto bella, come mai hai scelto questa immagine?

In copertina c’è uno dei miei gatti, Vittorio che è anche il destinatario dell’ultimo pezzo del disco. Nella copertina appunto c’è lui che si sporge da questo palazzo guardando giù, a tutto ciò che c’è fuori dalla finestra. Sotto Vittorio c’è L’Oceano Atlantico, in cui sono arrivata in bicicletta.

Parliamo di questo viaggio, da cosa è nata l’idea di legarlo ad un disco?

Io ho sempre avuto la passione di girare video performativi. Ho girato un documentario in autostop come videoclip della mia vecchia band, ho sempre voluto fare cose che fossero poco di forma ma tanto di sostanza. Quando abbiamo deciso di creare contenuti video legati all’album, ho pensato di investire su un qualcosa di diverso, su un viaggio. Claudio Del Monte, regista del documentario e mio grandissimo amico ha deciso di accompagnarmi in bici dove non si tocca, ovvero Finisterre, considersato il punto in cui finisse il mondo in tempi antichi, partendo da Porto, la città in cui ho vissuto dopo la laurea.

Questo modo di unire i due progetti mi ha sbalordita

Grazie, purtroppo mi rendo conto di non aver fatto un prodotto molto fruibile dato la durata. Però era una mia esigenza e l’arte spesso è un rischio, quindi va bene anche se lo guardano in quindici (ride)

Ritornando all’album, c’è un brano che ha aperto il lavoro, che ti ha fatto capire che stava nascendo un disco?

Tu che non mi manchi più è stato il primo brano del disco che ho scritto. Facevo l’Hostess in una fiera e mi è venuta improvvisamente una visione. Ho iniziato ad appuntarmi pezzi di testo dappertutto, ignorando completamente il fatto che stessi lavorando, infatti non mi hanno mai più chiamato(ride). In quel momento ho capito che avevo delle cose da dire anche da sola. Il pezzo parla di una storia vera, siamo stati tutti mollati almeno una volta nella vita.

All’interno dell’album ci sono tutte canzoni autobiografiche ho hai preso spunto anche da altro?

Molte cose sono autobiografiche, ho letto molta poesia per scrivere, come Nino De Angelis, però le suggestioni, le partenze di tutti i testi vengono da me.

Posso dire ufficialmente di essere entrata in fissa con il tuo ultimo singolo, Tanti auguri, e vorrei sapere da cosa nasce l’ispirazione per questo brano.

Tanti auguri è un pezzo che ho scritto con il mio compagno che è coautore di alcuni brani oltre ad aver lavorato agli arrangiamenti del disco. Un pezzo che in realtà avevamo scritto pensando di piazzarlo a qualcuno e aveva un testo diverso, però poi ho deciso di tenermelo per me scrivendo il testo daccapo tenendo solo qualcosa, pensando all’insonnia. Il pezzo parla del fatto che spesso siamo proprio noi che alimentiamo i nostri incubi, i nostri mostri.

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Ultima modifica: 10 Luglio 2019
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