Scritto da Federica Giuliani
Scrivere su un concerto che si è vissuto in prima persona è come rivivere un’emozione. Questa volta lo è ancora di più.
Si perchè ricordiamo da dove ha iniziato Ultimo e quanto ha combattuto per arrivare dove è ora. Ieri sera abbiamo visto in modo concreto quanto può essere forte un sogno, cosa può creare una passione, cosa significa non smettere mai di vivere mettendoci il cuore.
Il concerto inizia con Colpa delle Favole e l’emozione è subito alle stelle. Prosegue con tutti i sui successi maggiori e tutte quelle canzoni che lo hanno consacrato come uno dei giovani cantautori più interessanti nel panorama della musica italiana. Il pubblico è partecipe ad ogni canzone che viene portata su quell’immenso palco che Ultimo percorre come se fosse casa sua da sempre. Si passa dai primi successi alle canzoni di Sanremo che lo hanno reso noto al grande pubblico.
Ma è il momento di Pianeti che sancisce uno spartiacque rispetto a tutto il resto. Lì è nato tutto, come dice lo stesso cantautore. Il brano viene urlato a squarciagola da ogni umano presente all’Olimpico. E’ lo stesso Ultimo che chiede di cantare una seconda volta il ritornello per spaccargli le orecchie. In un attimo L’Olimpico si illumina delle torce dei telefoni del pubblico e inizia una magia. Si perchè quelle luci non sono solo le torce dei cellulare, ma la luce della speranza di credere in se stessi, di sentirsi capiti, di sentirsi parte di quel canto che parla di tutti. Proprio di tutti.
L’Olimpico tremava sotto le note di un ragazzo di 23 anni che sembrava un gladiatore. Come i suoi predecessori hanno reso gloriosa Roma, lui porta sul palco tutto di se. Anche questa Roma nostra bistrattata, umiliata, ma tanto vera e tanto bella. Niccolò la rappresenta, la abbraccia, la tiene per mano e la regala a noi nella sua veste più bella. La veste di chi la ama e la celebra ogni minuto.
Ma la forza maggiore del giovane cantautore è il suo parlare al cuore di ogni ragazzo che era presente lì che si sentiva rappresentato, capito e cullato dalla voce praticamente perfetta di Niccolò. I sogni appesi non sono solo di Ultimo, ma di ogni ragazzo che era seduto li, sugli spalti bollenti dell’Olimpico. Non c’è mai stata una nota che non sia stata accompagnata dal pubblico, Niccolò non è rimasto solo su quel palco neanche per un minuto.
Il giovane cantautore lo urla con tutta la voce che ha in corpo alla fine del suo concerto: “OGGI ABBIAMO VINTO NOI, OGGI HANNO VINTO GLI ULTIMI”. Ed è vero. Oggi hai Vinto. Oggi abbiamo vinto. Domani si riparte. Ma sicuramente un pochino più forti.
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