Oggi è il 28 settembre e Dario Brunori, in arte Brunori Sas, compie 43 anni. Il 2020, nonostante tutti i problemi, gli ha dato molte soddisfazioni. Dalla Targa Tenco per il Miglior Album in Assoluto per il suo ultimo disco “Cip!”, uno dei lavori più apprezzati degli ultimi tempi, alla vittoria ai Nastri d’Argento per la Migliore Colonna Sonora del film “Odio l’estate”, passando per il Disco d’oro e i quattro “concertini acustici” tenuti in mezzo alla natura per un pubblico di intimi e fan appassionati.
Brunori Sas un successo dal 2009
Brunori sas è amato da un pubblico sempre più grande che ha cominciato a conquistare nel 2009 con “Vol. 1” , nome ripreso da Fabrizio De André che intitolava in questo modo i suoi primi dischi. Con la sua aria ironica e un po’ stralunata, alla Groucho Max (con cui condivide i baffi e gli occhiali tondi), dopo “Vol. 2 – Poveri Cristi” e la colonna sonora di “È nata una star?”, comincia un tour di più di tre anni, quasi un “never ending tour” durante il quale lavora anche alla produzione di Maria Antonietta e Dimartino.
Dario Brunori è un cantautore chitarra alla mano e un’infinita simpatia e ironia spesso volta al nonsense che si vede nella scelta del titolo del terzo album “Vol. 3 – Il cammino di Santiago in taxi”, il più ascoltato su Spotify del 2014. Gira ancora per i teatri (è un tipo da concerti pochi intimi, lui, nonostante i suoi tour siano sempre sold out e l’espressione “pochi intimi” diventi quindi relativa) con il suo “Brunori srl – una società a responsabilità limitata”, dopo aver aperto i concerti di Ligabue a San Siro e allo Stadio Olimpico di Roma, finché non approda su La Effe con “Società a responsabilità limitata”, definito come un viaggio tra Roma e la Calabria accompagnato da Neri Marcoré.
La raffinatezza di un cantautorato ancora di moda
Oltre all’aspetto più caratteristico, Brunori è prima di tutto un artista sensibile e raffinato, capace di descrivere e cantare le piccole cose che influiscono su ognuno di noi.
“Sono canzoni che hanno a che fare con la necessità di affrontare le piccole e grandi paure quotidiane e con la naturale tendenza a cercare un riparo […]. La casa intesa […] anche come simbolo di tutto ciò che conosciamo, che ci fa stare bene e che spesso ci fa ignorare quel che accade fuori”. Così, infatti, parla del suo album “A casa tutto bene”, anticipato dallo speciale Sky “Brunori sas – A casa tutto bene”, per poi tornare l’anno successivo in televisione su Rai 3 con “Brunori Sa” in cui affronta temi come Dio, la salute, la casa, il lavoro e le relazioni.
Per ora, il palco dell’Ariston di Sanremo lo vede in scena soltanto una volta, nel 2019, in occasione del duetto con gli Zen Circus su “L’amore è una dittatura” (diciassettesima nella classifica finale), ma potrebbe ancora stupirci e, chissà, tornare in un futuro prossimo.
Tanti auguri, Dario, mille di questi cip (sia per noi, come bellissimi album, che per te, come soddisfazioni e successo)!