Written by 13:51 Di tutto un po'

Vanity fair stories – Gli artisti si raccontano

Questo è un’articolo diverso dagli altri, non è una recensione e un semplice spiegare ciò che è successo alle vanityfair stories, ma è un viaggio. Un viaggio che abbiamo iniziato a scrivere dalle prime ore passate a Milano, catturando ogni singolo sguardo, ogni singola risata, ogni singola emozione. Quindi adesso lasciatevi accompagnare in questo viaggio nel tempo.

Vanity fair stories

Le emozioni voleranno in questo weekend, le cose da fare saranno mille e le ore invece sono solo ventiquattro, ma noi proveremo a farcele bastare. Con molta difficoltà riusciamo ad uscire dalla stanza d’albergo, sempre di corsa, sempre di fretta e pronte per la nostra prima giornata al Palazzo del Cinema Anteo per le Vanity fair stories.

Arriviamo a destinazione, anche in anticipo con non poco stupore e prendiamo posto. La sala excelsior è molto carina, raccolta e la visuale è davvero ottima da qualsiasi punto. Di lì a poco arriverà Elisa a iniziare questa fantastica giornata, ‘un inizio col botto’ penso mentre le note di promettimi riempiono la stanza e la mia anima.

Promettimi di far entrare il sole che asciuga gli occhi e scalda bene il cuore anche quando vorresti vivere solo di notte e di guai

Dopo esserci scaldati con la voce e la dolce personalità di Elisa, viene lasciato spazio a Fabio Volo con il racconto delle sue avventure vissute nel corso di viaggi in giro per il mondo.

Gli artisti si susseguono uno dopo l’altro non lasciando nemmeno il tempo di metabolizzare ciò che succede, con interventi veloci di 15/30 minuti, ma tutti ricchi di significato. Alessandro Borghi racconta una storia molto interessate che ha come tema centrale il “potere della gentilezza”, l’incontro con un grande produttore quale Donald Ranvaud. Solo in quella occasione Alessandro a preso in considerazione l’idea che possa esistere davvero qualcosa come il destino.

” se rapportiamo la quantità di tempo che ho potuto passare con Donald, saranno circa due ore, relativamente poco, ma nonostante ciò rimarrà sempre nei miei ricordi per la sua gentilezza”

Ogni intervento lascia qualcosa, un messaggio, un consiglio, come quello di Alessandro Roja che ci racconta la storia di suo fratello. Archidetto amante della sua professione, che si allontana dall’Italia per intraprendere una carriera in Australia come Professore universitario, ma poi si accorge di aver perso di vista il suo vero desiderio, quello di fare architettura in prima persona, e decide contro ogni aspettativa di ritornare in Italia e lottare per il suo sogno.

” È difficile al giorno d’oggi non accontentarsi, ma ragazzi, non fatelo mai. La barca non affonda mai per l’acqua che c’è intorno, ma per l’acqua che ci fai entrare.”

Il racconto appassionato di Alessandro si sposa con l’idea di felicità di Fortunato Cerlino, che presenta il suo libro Se vuoi vivere felice, la storia di un bambino che cresce a Napoli, che i genitori chiamano Astrologo scherzosamente per via del suo grande interesse per le tematiche umane. Il ragazzino ha un sogno più grande di lui, qualcosa che lo tiene sveglio la notte. Andare lontano, schizzare via. Perché la vita corre, e va acchiappata.

” La felicità la si percepisce davvero solo in quei piccoli momenti, quelle frazioni di secondo dove dimentichi tutto il resto vivendoti il momento”

Dopo di lui a raggiungere il palco è Marco D’amore, compagno di set per anni co Fortunato in Gomorra, e ora ne dirige la regia. Il suo intervento è uno di quelli che mi ha toccato di più fin ora. Attore teatrale magistrale, si esibisce raccontando la storia di tre meretrici Napoletane all’epoca dei Borboni, che decidono di aiutarli a “distrarre” i nemici, perchè gli viene promesso il Trianon. Le tre donne aiutano a sconfiggere i Francesi e i Tedeschi, e alla fine della guerra richiedono il premio, che si scopre essere il carcere.
Breve pausa prima dell’intervento di Fedez. Improvvisamente la sala si riempie di giornalisti, pronti a immortalare il momento. L’intervista di Fedez è molto intimistica, si vedono sul mega schermo foto d’infanzia, e si parla di paure, amore e cambiamenti.

” Sto cercando di smussare alcuni angoli di me stesso per le persone che amo”

In sala dopo il suo intervento viene ristabilita la tranquillità, ma tutti i giornalisti usciti perdono l’occasione di arricchire il proprio bagaglio culturale con Verdone. Altra super intervista, sfora la mezz’ora ma il giornalista non prova nemmeno a fermarlo, affascinato anche lui dalla bellezza delle sue parole e delle sue battute. Inizia raccontandoci il ritiro di un’onoreficenza ricevuta dal presidente della Repubblica, sfociando poi lentamente in una delle sue storie.

” Tutto emozionato con la targa appena ritirata e la famiglia al seguito prendiamo un taxi per tornare a casa. Il mio telefono perì rimane sul sedile dell’autovettura, e la mia giornata magicamente canbia. È iniziata con me e Mattarella e finisce con me che rincorro l’autista lungo via Colli di Rienzo. Quel giorno tutta Roma sapeva che avevo perso il cellulare”

La giornata termina con l’intervento di Marco Giallini, che racconta una storia di quando faceva il Militare, e dopo aver commesso un errore chiese all’ufficiale di essere punito l’indomani perchè quella sera doveva andare al concerto dei Clash

” Attaccai un pippone all’Ufficiale perché desideravo andare a quel concerto, il quale mi rispose che sarei stato un brano attore, ed è lì che ho capito che forse avrei dovuto puntare su questo”

L’ultimo e quasi il più atteso della giornata è Rosario Fiorello, che irrompe durante l’intervento di Giallini combinando di tutto, come far cadete un calice di vino a terra. Rosario ci racconta com’è nata la sua in qualche modo la sua carriera,in che modo ha capito che forse poteva fare questo come lavoro. Le risate non mancano, del resto come fai a non ridere quando hai davanti uno come Rosario Fiorello, un mito e un’esempio da seguire per tutti i giovani che hanno un sogno nel cassetto.

La serata al vanity fair stories volge al termine, lasciando dentro me, di noi tanti piccole coriandolo di emozioni, che si muovono solleticando la nostra anima.

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Tag: Ultima modifica: 3 Dicembre 2019
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