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Negramaro, sognare un “Contatto”

Tempo di Lettura: 3 minuti Appuntamento de Il taccuino di Francesca a cura di Francesca Binfarè con i Negramaro e il loro nuovo album Contatto.

Negramaro - Contatto

Sono passati tre anni da “Amore che torni”, un successo certificato dal doppio disco di platino. “Contatto” è un concept album, spiegano i Negramaro, sul cambiamento. “Contatto” è il sogno, anche.

Spiega Giuliano Sangiorgi che il disco ha richiesto più di un anno di scrittura: “Abbiamo iniziato a lavorarci un anno e mezzo fa. Il titolo lo abbiamo usato per raccontare quello che succede nel pianeta. Noi sei siamo abituati a un contatto stretto; la parola contatto ha dentro di sé il tatto, la pelle, la carne e il sangue, ma si è svuotata di tutta questa fisicità. A questo stavo pensando più di un anno fa, poi negli ultimi mesi la parola è diventata tutt’altro: oggi, contatto è la parola più sognata. “Contatto” si è scelta da sé come title track (è l’ottava canzone) dell’album”.

Negramaro - Contatto. Cover Album

Negramaro – Contatto. Cover Album

Un disco che, ovviamente, è nato con ben poco contatto a causa del lockdown. Così i Negramaro si sono trovati a lavorare ognuno nel suo studio a distanza, cosa che non ha precedenti per loro. “Durante il lockdown Ermanno ha scritto in chat ‘noi stavamo facendo un disco’. Questa frase mi ha svegliato”, ricorda Giuliano. “Ognuno di noi ha ricominciato a recuperare i pezzi del disco. Andro ha fatto da collante, producendolo (e che bel lavoro ha fatto, nda). Io mi sono accorto che il titolo lo avevamo sotto gli occhi, contatto, la parola più importante per il pianeta. Quella parola che era un sogno, e scegliendola automaticamente riattivi il sogno”.

I Negramaro e la voglia di Contatto con i concerti

Tra i sogni c’è quello di suonare live. Danilo Tasco precisa che lo showcase futuristico di cui sono stati protagonisti ieri sera “Era comunque dal vivo, con persone collegate, e ha richiesto il lavoro di tanta gente. Ma vorremmo poter tornare ai concerti come li conoscevamo”. Parola d’ordine: “Sopravvivere fino a quando il contatto non tornerà”. Per ora c’è questa idea di contatto (la ripetizione è inevitabile) che è sogno e cambiamento, “L’idea di pensare all’altro come unico mezzo di salvezza”, raccontata nelle canzoni “Con educazione ma con chiarezza: il disco è il posto dove noi rispondiamo a chi dice ‘sei un cantante, canta’. Io l’ho detto qui quello che noi sei pensiamo, non rispondo ai post”.

Andro racconta il disco dal suo punto di vista: “Questo album ha una coerenza globale molto forte ma le canzoni hanno varietà, abbiamo voluto collegarle e scollegarle tra di loro, per far entrare ogni pezzo in un ascolto diverso. Sorprendente è stata una parola d’ordine per l’arrangiamento. Ci sono i fiati, usati pochissime volte nelle nostre precedenti produzioni. Ci sono gli archi, c’è l’orchestra del maestro Morricone, ci sono in alcune canzoni delle sonorità anni ’90. Il disco è venuto così perché gli altri mi hanno gasato”.

Riferimenti a Dalla, un omaggio a Morricone, il featuring di Madame (“Lei resterà, tra trent’anni, perché come altri giovani di talento sta creando una nuova letteratura musicale), un bel disco che ci fa soffermare tanto sui suoni, non solo sulle parole. A Giuliano viene chiesto cosa abbia ascoltato di recente che l’abbia colpito: “Il disco di Samuele Bersani mi ha fatto emozionare, e “Certi uomini” di Bianconi mi ha commosso. Mi piace quando la musica mi cerca e mi strappa alle mie cose della giornata”.

Avete già letto l’ultimo articolo di Francesca Binfarè? Qui il link

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Ultima modifica: 13 Novembre 2020
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