Qualunque cosa tu stia pensando rimane sospesa, canta Samuele Bersani in una delle canzoni di “Cinema Samuele”, l’album che segna il suo ritorno dopo sette anni. E sono rimaste allo stesso modo sospese le parole per descrivere questo scrigno di 10 canzoni fuori dal tempo. Dall’oggi, anche se come ha detto lo stesso Samuele sono contemporanee in quello che raccontano, ma anche da ogni categoria temporale: sono e saranno sempre belle. Certo, “belle” sembra una parola scontata e banale (altrettanto sarebbero emozionanti, incantevoli, cesellate…), ma io intendo l’aggettivo come “kalòs kai agathòs”, bello e buono come dicevano gli antichi greci. Loro si riferivano all’essere umano, io alle canzoni di “Cinema Samuele”, che si ritrovano così nelle più alte categorie attribuite ai valori di bellezza e bontà.
Samuele Bersani e il suo nuovo album Cinema Samuele
Il disco è nato dopo una fase oscura, di blackout, a cui si è aggiunto il lockdown causa Covid (“In quel periodo potevi fare solo una cosa, immaginare”). Samuele ha scritto, e fatto tanta ricerca musicale: “Ne è venuto fuori un multisala, un mosaico di storie. Parlo di amore, di attualità, incomunicabilità e sentimenti. Io le canzoni le ascolterei, come faccio sempre con la musica, a occhi chiusi: voi sentitevi liberi di farlo come volete”. L’ho fatto, a occhi aperti ma al buio, e dentro queste nuove canzoni ci ho visto poesia, ironia, verità, sguardo acuto sulle cose, quello che per sette anni ci era mancato.
Che Samuele Bersani fosse tornato si era capito fin dal primo singolo, “Harakiri”, la canzone che porta la luce dopo tanto buio: “Il protagonista è vestito di bianco, come una lucciola, ed è preso in giro da due personaggi appoggiati al cofano dell’auto. Sono En e Xanax, è una cosa che ho immaginato subito. Mi piaceva l’idea di vederli ancora insieme” (e, se non avete mai ascoltato “Ex e Xanax”correte a farlo: è nel disco precedente di Bersani, “Nuvola numero nove”).
Cinema Samuele – un album da amare
Da una settimana Samuele Bersani è stato sommerso di bellissimi complimenti per il suo lavoro: “Mi hanno sorpreso tutti i commenti, ho la pelle d’oca. Mi hanno sorpreso anche le parole dei colleghi, come Cesare Cremonini. Ringrazio Giuliano, Ermal, tutti”. Questo l’effetto che ha fatto in chi ascolta la sua musica. Samuele Bersani da ascoltatore crede che ci sia “Fame di roba bella e storie, mentre negli ultimi anni quasi tutti si sono messi a fare altre cose. Personalmente adoro il rap, con la trap invece faccio fatica. Salmo è un autore eccezionale, ma lui fa un’altra cosa. Su Spotify trovo solo nomi nuovi con J, X, W”. Del resto, lui fa canzone d’autore, “Che detto nel 1992 quando ho iniziato, da giovane, era un po’ un’autoimpolverarsi. Siccome c’erano i giganti, un ragazzo che si presentava così sembrava vivere con tutti i dolori del giovane Werther addosso”. Scrolliamo via la polvere: “Tra i nomi nuovi mi piace molto Fulminacci”.
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