Written by 12:00 Il taccuino di Francesca

Vasco Brondi, che non vuole stupire ma solo essere se stesso

Tempo di Lettura: 2 minuti Un incontro pieno di belle inspirazioni quello con Vasco Brondi, lo racconta Francesca Binfarè nel suo appuntamento con Il taccuino!

Vasco Brondi_credit by: Valentina Sommariva

Vasco Brondi ha pubblicato venerdì 7 maggio “Paesaggio dopo la battaglia”, il suo nuovo album. C’è molto di istintivo ma anche molto di ponderato quando ce lo racconta perché – dice – quando i giornalisti gli pongono delle domande lui riflette ulteriormente su quello che ha fatto: “In questi giorni mi sorgono questioni e idee a posteriori su quello che è stato scrivere questo disco”.

Certamente lui lascia spunti a noi che lo ascoltiamo, intesi come noi interlocutori durante la conferenza stampa e noi come ascoltatori. Per esempio, questo: “Una canzone non è un comizio, sono cose dette dal protagonista di una canzone; io non dico ‘è giusto non è giusto’. In ogni canzone deve esserci una scintilla di eternità, non può essere solo il momento cronachistico. “26.000 giorni”, che è anche il titolo di una delle nuove canzoni, è la lunghezza media mondiale della vita, ed è bello sapere che la vita duri in media quel tempo. Così come questo periodo di pandemia non è di standby ma è vita, ogni momento è vita”. Per lui è stato anche un periodo creativo, almeno in parte perché questo disco arriva da lontano: “Ci ho messo quattro anni a scriverlo, quando l’idea arriva, arriva. Per me è così. Poi non sono neanche una persona di marketing, il disco c’è e ho scelto di pubblicarlo. Scrivere canzoni è condividere cultura, non è solo un discorso commerciale. D’altro canto, però, siamo inseriti in un mondo economico”.

E poi ragiona ancora, per chiarire com’è il suo percorso creativo: “Quando ho chiuso il progetto con questo titolo intendevo dire che volevo partire alleggerito. Si era chiuso un ciclo per me e ne iniziava un altro, non sapevo cosa sarebbe uscito: non so prevedere cosa sarà, che musica arriverà. Il risultato lo vedo quando ce l’ho in mano”. Il riferimento al ciclo chiuso, che in qualche modo secondo me si collega al conto dei giorni della vita media e dunque al tempo, è al suo passaggio da Le luci della centrale elettrica a Vasco Brondi: “Il cambio di nome è stata una cosa mia intima, che faccio anche fatica a esprimere del tutto. Quel nome me l’ero dato anni fa. Quando l’ho cambiato non volevo obbligarmi a stupire ma volevo solo essere autentico nel mio percorso”.

Vasco Brondi_Ci Abbracciamo

Vasco Brondi_Ci Abbracciamo

“Paesaggio dopo la battaglia”, il primo album pubblicato come Vasco Brondi, è disponibile in cd e in vinile. Nella prima tiratura limitata il cd è accompagnato dal libro “Note a margine e macerie”, un diario on the road in una nazione deserta, racconto dei tragitti tra uno studio di registrazione e l’altro, di notti silenziosissime tra Milano e Ferrara, di ricordi di un viaggio in India, di un inverno a Lampedusa e dei paesi disabitati dell’Italia interna. Inoltre, Vasco Brondi presenterà questo suo nuovo lavoro in alcune università, a cominciare dalla Statale di Milano proprio oggi, 10 maggio. Per il tour bisognerà aspettare il 26 giugno, quando suonerà a Estate Sforzesca, a Milano, per poi continuare con Fiesole, Bologna, Collegno e così via.

 

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Ultima modifica: 10 Maggio 2021
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