Rimanere impassibili guardando il documentario di Achille Lauro è davvero impossibile. Ma iniziamo dal principio.
Realizzato da SKY, un’idea geniale è stata inserire il documentario in programmazione subito dopo ExtraFactor, programma con special guest fisso Achille Lauro stesso.
Continuare a vedere un documentario che ha un collegamento stretto con il programma figlio di X-factor viene molto naturale, quello che non ci si aspetta è di rimanere abbastanza ipnotizzati dallo schermo.
Che Achille Lauro sia un personaggio magnetico è chiaro dall’ultima edizione del Festival di Sanremo dove, in una rete come Rai Uno, è riuscito a conquistarsi i consensi praticamente di tutti diventando uno dei vincitori morali del Festival.
Quello che forse non è chiaro ai più è che, Achille Lauro, è davvero portavoce di un movimento che racchiude una parte dei giovani e una parte della musica odierna. La sua consapevolezza quando parla della genesi di alcune canzoni o di alcuni videoclip da la concretezza di quanto lui sia realmente quel personaggio. Tutto ciò che gira intorno ad Achille è reale e viene da un’attenta ricerca e da una realtà di vita che lui vuole far arrivare sullo schermo. E quella realtà che lui stesso propone da anni è riuscita a rompere tutte le barriere entrando nel vivo delle persone che hanno iniziato a sentirsi parte di quel mondo di Lauro.
Laddove ci si aspetta un’avventura nata per gioco da un ragazzo egocentrico, si trova una realtà costruita, voluta, consapevole e concretizzata da un Achille Lauro che si presenta allo schermo tutto fuorchè un ragazzo sprovveduto sull’onda del successo.
Lauro De Marinis è davvero Achille Lauro in tutto e per tutto. La vita lo ha portato ad essere la persona che è adesso. Nei racconti della sua infanzia e della sua vita lontano dalla casa materna si percepisce come ci sia la costruzione di una realtà che ha fatto sì che diventasse l’artista che è oggi.
L’elemento più interessante di questo documentario è proprio porre la luce su un artista che sembra uscito un po’ per scherzo dal calderone della musica italiana odierna. Le critiche su di lui e sul suo produttore Boss Doms non si sono risparmiate eppure solo uno sguardo poco attento e poco curioso non si renderebbe conto del mondo di Achille.
Un mondo fatto di una vita romana non facile che è a tutti gli effetti una realtà; una passione che può salvare la vita. Una passione che crea speranza. E legami. Come quella con Edoardo Manozzi (in arte Boss Doms) che ha segnato sicuramente un passaggio fondamentale nella vita artistica e personale di Lauro.
Il sottobosco musicale romano sta creando realtà interessanti da anni, in questo contesto nascono figure come Achille Lauro e Boss Doms. Personaggi che creano realtà produttive laddove sembra non esserci nulla.
Il sentimento potente e travolgente che emerge già dai primi minuti del documentario può essere riassunto in una sola parola: CAMBIAMENTO.
Indipendentemente da tutto, Achille Lauro ha creato un qualcosa di completamente nuovo in Italia, che prima non esisteva. Ha generato un CAMBIAMENTO, come se tutte le influenze artistiche degli anni fossero confluite in questa strana figura che si definisce una sorta di nuovo Hippie. Non è rap, Non è trap. E’ Achille Lauro.
Consigliamo la visione del documentario a tutti. Insegna in primis a non giudicare senza conoscere. A tutti noi.
