In occasione del suo nuovo singolo “Una festa di Hollywood”, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Nat:
“Una festa di Hollywood” è l’inizio del mio percorso artistico, è voglia di comunicare, voglia di fare squadra?
Dopo aver attirato l’attenzione con la sua musica di crossover intergeneri e una scrittura intensa e istintiva, NAT è pronto per debuttare con il suo nuovo brano intitolato “Una festa di Hollywood” (Borsi Records/The Orchard).
Hai definito “Una festa di Hollywood” la tappa finale di un tentativo di evasione durante il lockdown. Cosa e chi ti ha ispirato nella scrittura?
Sì, diciamo che il modo con cui ho sempre cercato di evadere è la musica, che mi è sempre servita per dar sfogo a ciò che ho dentro. Quello che mi ispira è ciò che vivo ogni giorno, in “Una festa di Hollywood” le melodie e i giri di chitarra hanno accompagnato il testo per raccontare quello che mi sono ripromesso di seguire ma che ho rimandato per anni.
Nel testo dici “Domani non sarà come oggi”, il brano, oltre ad essere un inno all’unicità di ognuno di noi, è un invito alla filosofia del vivere giorno per giorno?
Esattamente, è un inno all’unicità di ognuno di noi. Per “domani” non intendo necessariamente il giorno successivo, bensì il futuro. Quindi mi riferisco alla speranza che il domani e il futuro in generale possano essere migliori.
“Una festa di Hollywood” è un modo che hai per parlare innanzitutto a te stesso: se potessi rivolgerti a te stesso di qualche anno fa, cosa gli diresti?
Come ogni essere umano, negli anni sono cambiato molto. I pensieri che ho e il mio stile di vita ovviamente non sono più gli stessi. Se dovessi rivolgermi al Nat di qualche anno fa, gli direi che sono molto fiero di lui ma di non essere più così pessimista!
