Hai sentito che musica

Da oggi 1990 non sarà solo un anno, ma una nuova creatura firmata Achille Lauro

E’ uscito il nuovo album di Achille Lauro 1990 (Deluxe Version) dopo aver assistito ad un’opera di comunicazione e marketing degna delle star e la nostra curiosità era decisamente alle stelle.

Achille Lauro ha deciso che negli anni ’80 e ’90 stavamo bene sia musicalmente che esteticamente, e lì ci ha riportati. È questo il concept alla base del suo nuovo progetto discografico di Achille Lauro intitolato “1990”, da mezzanotte di venerdì 24 luglio su tutte le piattaforme digitali e negli store.

Achille Lauro e 1990 come rottura degli schemi

14 tracce nella versione deluxe, divise tra intro parlate e canzoni, contro i 9 brani della versione base. Fin dal primo ascolto l’album appare essere la risposta ad un bisogno musicale che non credevamo neppure di avere.

I brani si presentano come delle cover/non-cover, citazioni letterali e campionamenti che servono da base per una struttura musicale e di testo più personali che danno spazio anche agli ospiti chiamati a prendere parte:

Achille Lauro e la produzione di 1990 affidata a DIVA

La forza dell’album di Achille Lauro 1990, prodotto da una DIVA dall’identità ancora ignota, non è soltanto legata al vintage musicale figlio del proprio tempo ma  totalmente coerente con il nostro, ma anche all’estetica – di ispirazione vaporwave – che caratterizza il progetto.

Achille Lauro 1990 – Credit by: www.rollingstone.it

Da diversi giorni, infatti, vediamo nei social network dell’artista romano un suo alter ego in versione bambola vestito di rosa con stivali di pelle sopra il ginocchio e tacchi alti, come un’anteprima della copertina di “1990”. È un’immagine potente, di attacco agli stereotipi di genere e di affermazione della propria identità, senza alcuna intenzione di seguire quello che viene imposto dalla società.

In 1990 troviamo tracce di vita di Achille Lauro

I contenuti delle tracce, inoltre, affrontano anche il vissuto personale travagliato di Achille Lauro (con un breve ma toccante racconto di un processo in tribunale, la speranza e la voglia di redenzione) e i riferimenti alla religione cattolica, presenti anche in un’immagine (inizialmente scelta per i manifesti pubblicitari ma poi censurata, come affermato da Lauro stesso in un post su Instagram) del suo alter ego giocattolo su una croce fatta di gomme da masticare Big Babol – accolta con entusiasmo dai suoi fan ma anche da moltissima critiche dei detrattori, alcuni dei quali lo hanno accusato di blasfemia (dimenticando quante volte nella musica d’intrattenimento anche l’iconografia religiosa sia stata d’ispirazione).

1990 è l’album del futuro

In conclusione “1990” è l’album di cui avevamo bisogno ma che forse non meritiamo e per questo motivo va ascoltato con grande attenzione. A prescindere dal destino che aspetta la carriera di Achille Lauro e la sua permanenza nell’Olimpo dei nuovi giovani “grandi”, con questo disco crea un precedente storico difficilmente superabile non solo nel suo genere (quale che sia, a questo punto, visto che è l’artista stesso a rifuggire volontariamente dalle categorie) ma anche nella musica di consumo in generale. E se davvero dovesse realizzarsi l’ipotesi, per ora accolta da entrambe le parti, di una collaborazione con Mina, tutto ciò sarebbe ancora più vero.

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