È uscito il 28 gennaio l’ultimo album di Michele Bravi: si intitola “La geografia del buio” ed è il primo passo del cantante umbro vincitore di X-Factor 2013 per affrontare un nuovo cammino.
Ci è voluto molto tempo per riprendersi dal tragico incidente che ha coinvolto Michele nell’autunno del 2018 e nel quale una donna è stata vittima: un lungo anno di silenzio, di isolamento e riflessione, senza parlare né avere contatti con qualcuno. Poi, nel 2019, la scelta di ricominciare e di raccontare se stesso e quell’esperienza che ha segnato l’esistenza di diverse persone.
Michele Bravi e il suo viaggio per La geografia del buio
Tutto è confluito in “La geografia del buio”, disco pronto ormai da un anno ma pubblicato solo di recente per poter rispettare i tempi di Michele Bravi. Il team di lavoro comprende poche, fidate persone: oltre allo stesso cantante, anche l’amica di sempre Federica Abate (con cui duetta in “Un secondo prima”), Giuseppe Anastasi (autore del brano sanremese “Il diario degli errori”), Katoo e Cheope. Insieme si sono impegnati a portare al pubblico tutti i tormenti, le speranze e le paure del giovane artista umbro, senza tradire il suo tipico modo di approcciarsi a colori tenui, senza urlare.
Il primo singolo estratto dall’album è “Mantieni il bacio”, ispirato all’omonimo libro dello psicanalista Massimo Recalcati, il cui videoclip è già disponibile online e vede lo stesso Michele come protagonista.
L’intera atmosfera creata dalle canzoni è piuttosto coerente: pacata, tendenzialmente tenuta sul registro medio-grave e con un frequente ricorso all’esecuzione a cappella di intere strofe e parti del testo. Un album dalle tinte pastello, scure come il buio da cui il cantante, ma soprattutto la persona che è Michele Bravi ha deciso di voler squarciare per far entrare quella luce necessaria per tornare a respirare bene.
Interessante la scelta di inserire in chiusura un brano totalmente strumentale, “A sette passi di distanza”, come a lasciare che il discorso fin qui sostenuto possa essere compreso dall’ascoltatore anche senza ricorrere ad ulteriori parole.
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