È uscito il 26 marzo il nuovo e ventesimo album dei Tazenda, anticipato dal singolo “La ricerca del tempo perduto” (il cui video è stato girato nel carcere di Sassari):”Antìstasis”, che in greco antico significa resistenza, sia essa quella filosofica al mondo, all’amore e alle difficoltà della vita.
Il disco, primo di inediti dal 2013, è caratterizzato dalla capacità della musica di plasmarsi ed evolversi nel tempo e di divertire chi la crea e la ascolta. I Tazenda hanno realizzato questo nuovo progetto mescolando la tradizione con il rock, il pop e qualche accenno di disco music. La curiosità del gruppo lo ha guidato durante tutta la lavorazione, aprendosi anche all’orizzonte dell’elettronica e mettendolo accanto all’acustico. Le origini sarde vengono poi evidenziate dagli arrangiamenti e dagli strumenti, anche tratti dal folk della regione.
I riferimenti a Proust (“La ricerca del tempo perduto”) e al mondo classico non deve spaventare: sono tutti elementi del bagaglio culturale e di un tipo di bellezza “ereditata” nell’infanzia, il cui ricordo riporta al presente quella bellezza e felicità inconsapevole.
Il percorso di vita influenza fortemente l’arte dei Tazenda, prendendo in considerazione tutti i suoi aspetti. Ognuno dei musicisti intreccia le proprie esperienze con quelle degli altri per creare un tutt’uno originale e personalissimo.
Nell’immaginare il ritorno alla dimensione live, il gruppo (in sala prove già da metà dicembre) ha in mente uno spettacolo che dà loro la capacità di rimetterli nell’ordine giusto del mondo. La voglia di portare tutto questo su un palco, però, è comunque tanta e l’adrenalina che si sta accumulando fin da adesso non vede l’ora di esplodere per e con il pubblico. Questo li rende liberi e indipendenti.
Ricordando le esperienze di Sanremo, i Tazenda sono grati al festival perché li ha introdotti al mondo della musica italiana d’autore, che li ha autorizzati ad utilizzare vocabolari diversi da quello del pop mainstream.
