Si è conclusa con la meritata vittoria dei Måneskin la settantunesima edizione del Festival di Sanremo. Sono stati cinque giorni di passione, letteralmente, pieni colpi di scena e di avvenimenti che ricorderemo per sempre.
Tanti anche i tributi, da quelli più o meno espliciti di Achille Lauro al pop di Elodie, ad Enzo Avitabile che omaggia Renato Carosone con Amadeus e Fiorello. Uno, però, non è andato in scena nonostante se ne fosse parlato nelle settimane precedenti: il momento in ricordo al grande Stefano D’Orazio, batterista dei Pooh scomparso qualche mese fa a causa del COVID.
Il cantante e fondatore della più longeva band italiana Roby Facchinetti, infatti, si è dispiaciuto nel non aver visto omaggiare sul palco dell’Ariston uno dei musicisti più importanti e amati degli ultimi 50 anni. Senza dimenticare che proprio a Sanremo i Pooh hanno trionfato nel 1990 con “Uomini soli”, con Stefano grande protagonista del brano.
Bisogna anche ammettere che i membri stessi del gruppo non sono ancora concordi su come omaggiare l’amico. Alcuni di loro, tra cui Roby, pensano ad un concerto in suo onore quando sarà possibile riunirsi tutti in sicurezza, altri invece preferirebbero un film o un documentario che mostri tutti i lati personali e artistici del loro fratello “musicale”.
Insomma, che un pensiero venisse dedicato a Stefano D’Orazio in una delle passate cinque serate sarebbe stato gradito un po’ da tutti, ma prima bisognerebbe forse sedersi tutti insieme e capire in che direzione andare così da poter dare alla soluzione l’importanza che merita.
