Molti dei nostri lettori leggendo gli articoli inerenti al mondo asiatico, in particolare a quello dei Kdrama, si sono chiesti per quale motivo questi cotenuti stanno piacendo sempre di più in Europa al punto che anche Netflix ha deciso investire nel settore.
Per rispondere a questo quesito partiamo da un concetto importante: L’azienda cinematografica in Asia, in particolare in Corea del Sud è una delle più prolifiche del mondo. In Corea infatti, ogni anno vengono messi in onda centinaia e centinaia di nuovi contenuti televisivi, e questo fa si che molte persone lavorino e investino nel settore. Il prodotto di punta dell’azienda cinematografica asiatica è il Drama. Si tratta di una breve serie tv, con solitamente una sola stagione di circa 16\20 episodi da un’ora l’uno. Leader del settore a mio avviso sono i Coreani, che sono riusciti a far conoscere il genere anche oltreoceano, e creando una vera e propria rete di fan. In ogni angolo del mondo infatti è nata la Kdramania, ovvero la passione per questo format.
Cosa rende un drama diverso da una serie tv occidentale?
- Alla base, una delle differenze più evidenti è proprio quella della forma. Un Drama in genere dura una sola stagione, e ciò permette ai fan di poter conoscere in poco tempo tutta la storia, senza attese interminabili e serie tv da 8 stagioni.
- La fantasia degli autori è davvero unica e rara. Nonostante in circolazione ci siano un numero incredibile di Drama, la trama è sempre diversa.
- Si ha spesso l’idea sbagliata che i Drama siano sempre e solo romantici, beh non è assolutamente vero! Il genere è molto vasto, e spazia da Drama super romantici a storie spaventose!
- Ogni personaggio, dal più importante al ruolo più piccolo, è descritto in maniera esemplare. I sentimenti in questo genere sono importanti, quindi si fa molta attenzione nel raccontare ciò che provano i protagonisti della storia.
- Tutti i Drama hanno una playlist ricca che accompagna molti momenti, diventando parte integrante della storia. Spesso le canzoni vengono cantate dai protagonisti e diventano parte del proprio repertorio artitico.
