Forse non si può parlare di editoriale, ma mi piaceva iniziare questa settimana di ferragosto condividendo con tutti voi un po’ di pensieri.
Stiamo entrando in uno dei periodi più caldi dell’estate, bombardati ormai da mesi da tormentoni estivi che ricordano a tutti quanto sia necessario divertirsi sulle note di qualche musica che a settembre non si ricorderà più. Per riprendere un verso di una famosa canzone: “la musica, la playa, l’estate, la festa.”
Ma nessuno parla dell’altra estate.
Si perché se è vero che questa stagione porta con se un clima spensierato, fatto di canzoni allegre, gonne corte e giochi in spiaggia, è anche vero che l’estate è uno dei pochi momenti che si hanno durante l’anno per stare con se stessi.
E qui si apre uno scenario un po’ diverso. Un’estate fatta di silenzi, di voglia di ritrovarsi, di una spensieratezza non figlia delle notti in spiaggia, ma del riprendere il contatto con quella parte di noi che non abbiamo mai tempo di ascoltare. Che non ascoltiamo perché ci parla di noi. Ed ecco che si apre un sipario che può farci sentire sbagliati. Si perché ci dicono tutti che l’estate è solo gioco, ma la verità è che non è così. L’estate è prima di tutto libertà e la libertà passa in primis per stare bene con se stessi.
La cosa più importante è dare spazio a ciò che siamo e ad un’estate che ci rappresenti veramente, che può essere più o meno spensierata, con colonne sonore differenti e che non ci ricordino necessariamente quanto DOBBIAMO ESSERE FELICI. Ma che semplicemente ci rappresentino. Sia l’estate di noi stessi.
E riempiamoci sempre gli occhi di bellezza, ma della nostra personale bellezza, perché è l’unico modo che si ha per essere davvero felici. Magari con un po’ di bella musica nelle orecchie.
BUONA ESTATE!