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La guerra è finita: il racconto tragico visto con gli occhi di bambini

Tempo di Lettura: 3 minuti Recensione dei primi due episodi de “La guerra è finita” la fiction Rai diretta da Michele Soave, in onda dal 13 gennaio su Rai 1.

La guerra è finita è una fiction Rai di quattro puntate che affronta il tema storico della Seconda Guerra Mondiale. La fiction diretta da Michele Soave, creata da Sandro Pertaglia e prodotta da Palomar e Rai Fiction, vanta un cast d’eccezione composto principalmente da attori molto giovani, alcuni di loro infatti sono ancora dei bambini piccoli.

Tra i nomi dei ragazzi troviamo: Carmine Bruschini ex star di Braccialetti Rossi nel ruolo di Mattia, Federico Cesari nel ruolo di Gabriel, Carolina Sala interpreta Sara e Augusto Grillone è il piccolo e dolce Giovannino.

Oltre a questi giovani interpreti, abbiamo gli attori protagonisti Michele Rondino nel ruolo di Davide, un uomo dai tratti duri e che sorride poco, si scoprirà poi che Davide è alla ricerca di suo figlio e di sua moglie dispersi durante la Guerra, Isabella Ragonese è Giulia, una giovane donna che si porta dietro le colpe di un padre collaborazionista e Valerio Biansco che interpreta Ben, l’uomo più anziano del gruppo nonché leader che ancora non sa usare le maniere dolci con i ragazzi provati dal dolore della Guerra.

La vicenda è ambientata principalmente in un casale in Emilia Romagna che ospita i giovani appena usciti dalla Guerra e che cercano un rifugio per ricostruire la loro vita e la loro anima. Ad accogliere i ragazzi è la giovane donna Giulia, psicopedagogista volontaria in aiuto dei bambini e dei giovani ragazzi che una volta scesi dai treni di guerra si ritrovano senza patria, senza famiglia il più delle volte e spesso senza più una vera identità personale.

La guerra è finita non è solo una storia sulla ricostruzione delle vite delle persone che sono riuscite a sopravvivere allo scempio della Seconda Guerra Mondiale, ma si tratta anche di una ricostruzione di un’Italia che si ritrova a pezzi e persa in sé stessa. A rappresentare questo lato storico dell’Italia sarà il personaggio di Mattia, che nella fiction è orfano e sopravvissuto alla guerra e non sa da che parte schierarsi, le sue scelte politiche determineranno anche quelle del gruppo dei giovani ragazzi ebrei.

La regia di Michele Soavi è ricca di flashback e di sospensioni temporali dove regnano i silenzi, le riflessioni e spesso i pianti dei ragazzi, soprattutto dei più piccoli. Fattore molto interessante è sicuramente che il regista ha voluto concentrarsi maggiormente sulla cronologia post Seconda Guerra Mondiale: la vicenda è ambientata infatti nel 1945 quando si sono appena concluse le vicende belliche e i sopravvissuti fuggiti ai campi di concentramento tornano in patria spesso senza un arto o senza famiglia. 

     Le persone sopravvissute sono come dei pezzi di puzzle rotti che hanno la necessità di ricostruirsi e tornare di nuovo alla vita. La fiction si pone proprio questa domanda: “E’ possibile ora tornare a vivere per tutte quelle persone che hanno visto l’orrore negli occhi e avvertito il gelo nel sangue?” Inoltre “Che tipo di nazione si può ricostruire ora e prima di tutto è possibile ricostruirla?”

La guerra è finita. Fonte foto: altrospettacolo.it

Attraverso gli occhi e il cuore puro dei giovani entreremo all’interno di una vicenda storica e personale peculiare: all’interno della narrazione oltre che a piangere e soffrire, si ride anche. Questi giovani ragazzi infatti hanno ancora la forza di sorridere   ricordando com’era la vita prima della guerra, i divertimenti di tutti i giorni e ironizzando tra loro sul presente che stanno vivendo.

La tematica della Shoah è trattata dal regista con estrema delicatezza, senza mai far vedere da vicino violenze o esperienze traumatiche, quello che gli interessa infatti è la memoria personale e storica. I ragazzi devono avere il coraggio di ricordare ciò che hanno visto e vissuto nei campi di concentramento per poterlo poi tramandare alle generazioni future per far sì che questo orrore non accada più.

Non è forse questo il mestiere della storia, ricordare e tramandare al futuro per poter migliorare la storia stessa? Importanti per questa fiction sono state le fonti dei grandi classici sulla Seconda Guerra Mondiale come: Se questo è un uomo di Primo Levi o Il diario di Anna Frank.  La guerra è finita è una fiction di cui si sentiva davvero la necessità sia umana che storica, sicuramente è un evento Rai da non perdere.

Scheda della fiction:

Titolo: La guerra è finita

Regista: Michele Soave

Genere: drammatico-storico

Voto: 8

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Tag: , , Ultima modifica: 13 Gennaio 2020
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