Carità nel Museo delle Belle Arti di Siviglia: l’eccellenza del barocco sevillano

Arte e Misericordia: La Santa Carità di Siviglia

La chiesa dell’ospedale di La Caridad a Siviglia ospita una delle raccolte più straordinarie di pittura barocca, realizzate grazie al progetto ideato da Miguel Mañara. Entrato nella Fratellanza della Santa Carità nel 1662, poco dopo aver perso la moglie, Mañara divenne un confratello maggiore nel 1663, mantenendo questa posizione fino alla sua scomparsa nel 1679. Le opere qui conservate sono espressione degli ideali della religione cattolica del XVII secolo, strettamente legate a messaggi di salvezza e devozione.

Il senso della vita e l’ideologia della carità

Fu principalmente la perdita della moglie a spingere Mañara a riflettere profondamente sul significato della vita, sulla vicinanza della morte e sull’importanza della carità come via per raggiungere la salvezza eterna. Questi pensieri divennero una guida pratica di vita per i membri della confraternita e si tradussero anche in scritti come il Discorso di verità, che affiorano nel contesto della loro missione spirituale e nel programma artistico di questa chiesa. Gli artisti più rinomati del tempo furono coinvolti in questa realizzazione, tra cui pittori come Valdés Leal e Murillo, il disegnatore Bernardo Simón de Pineda per le pale d’altare e lo scultore Pedro Roldán, alcuni dei quali avevano stretti legami con la confraternita anche per ridurre i costi di produzione degli arredi sacri.

Le opere dedicate alla morte e alla redenzione

Il percorso espositivo si apre con opere che trattano il tema della morte: due dipinti di Valdés Leal, collocati all’ingresso del tempio, rappresentano le condizioni post-morte, il passaggio verso l’aldilà e il giudizio particolare. All’interno della navata, si evidenzia l’importanza delle opere di misericordia, rappresentate da Murillo con vari soggetti che decorano le pareti e le ali laterali, illustrando scene di carità e di opere di misericordia corporale. La pala d’altare principale, realizzata da Pineda e Roldán, è dominata dalla scena della Sepoltura di Cristo, simbolo del massimo obiettivo della fraternità: offrire riposo eterno agli emarginati e ai diseredati.

La mostra al Museo delle Belle Arti di Siviglia

Attualmente, poiché l’ospedale di La Santa Carità e la sua chiesa di San Giorgio sono soggetti a lavori di restauro, il Museo delle Belle Arti di Siviglia espone per la prima volta, al di fuori della loro sede originale, le opere più significative che fanno parte della collezione. La mostra, intitolata “Arte e Misericordia. La Santa Carità di Siviglia”, si suddivide in tre sezioni dedicate alla produzione di Murillo, a quella di Valdés Leal e alle sculture realizzate per la chiesa della confraternita. In totale, sono visibili diciassette opere, tra dipinti e sculture.

Valdés Leal e la sua espressività compassionevole

Nato a Siviglia, Valdés Leal si unì come benefattore alla confraternita nel 1667 e realizzò una vasta gamma di opere: dipinti su tela, decorazioni murali, policromie e sculture; scrisse anche protocolli di ornamento e inventari. Tra le sue opere più note, situate nella volta della chiesa, ci sono In Ictu oculi e Finis Gloriae Mundi, dette i Geroglifici. Questi dipinti rappresentano la rapidità con cui la morte può colpire tutti, ricordando che la fine terrena non è il termine, ma il momento in cui l’uomo sarà giudicato in base alle sue virtù o ai suoi vizi, e premiato o punito di conseguenza.

Il suo programma iconografico comprendeva anche opere murali della volta e delle pareti del presbiterio, raffiguranti angeli, i quattro evangelisti e santi legati alla carità. La policromia dell’altare maggiore, con sculture dipinte e oro, crea un contrasto tra ricchezza e spiritualità, completato dalla scena che sormonta l’altare, che attribuisce profondità prospettica alla composizione.

Gli ultimi ritratti e la scena simbolica di Mañara

Da morto, Valdés Leal realizzò due ritratti postumi di Mañara per conservare la memoria del benefattore. Inoltre, completò il suo capolavoro, l’L’esaltazione della Santa Croce, anche chiamato Eroclio entra a Gerusalemme. In questa scena, si rappresenta l’episodio di Erode che, tornato vittorioso, riporta la Santa Croce a Gerusalemme, evidenziando come nessun ricco potesse entrare in cielo senza praticare la carità. La sua ultima opera per la fraternità fu una scultura della Virgen del Rosario, destinata alla devozione e al sostegno spirituale della comunità.

Murillo e le opere di misericordia

Murillo, entrato nella confraternita nel 1665, su commissione di Mañara sviluppò tra il 1666 e il 1670 una serie di dipinti dedicati alle opere di misericordia, destinati a essere esempi di virtù e salvezza dell’anima. Quattro di queste opere sono ancora visibili sulle pareti della chiesa: Santa Elisabetta di Ungheria che guarisce il lebbroso, San Juan de Dios che trasporta un malato, La moltiplicazione dei pani e dei pesci e Moisè sul Monte Oreb. Queste rappresentazioni evidenziano atti di cura e assistenza, fondamentali per la missione dei benefattori, con un chiaro riferimento anche all’eucaristia.

Opere fuori dalla Spagna e sculture di Roldán

Alcune opere richieste durante la guerra di indipendenza dal maresciallo Sault sono oggi conservate in musei internazionali: La guarigione del paralitico di Cristo alla National Gallery di Londra, Abramo e i tre angeli alla National Gallery of Canada, Il ritorno del figliol prodigo alla National Gallery of Art di Washington e San Pietro annunciato dall’angelo nell’Ermitage di San Pietroburgo. Tuttavia, a Siviglia, furono amplificate da copie per preservare il senso iconografico originario.

Le pale d’altare e le sculture di Pedro Roldán

Nel Museo delle Belle Arti, sono esposte anche altre tre pale d’altare minori di Murillo, non collegate direttamente al programma iconografico principale, tra cui il Bambino Gesù Salvatore, la Sant’Juanito e l’altare dedicato all’ del 1686, destinato alla devozione locale.

Arte e misericordia. La santa carità di Siviglia. Museo delle belle arti di Siviglia

Il contributo di Pedro Roldán: il senso dell’ultima scena

Il più illustre scultore presente è Pedro Roldán, autore delle sculture dell’altare maggiore, culminanti nel Sepoltura di Cristo, che chiude perfettamente il ciclo iconografico della chiesa. Quest’opera simboleggia il dovere di seppellire i defunti con misericordia, ricordando la missione originaria della fraternità: donare sepoltura a chi moriva senza risorse, spesso abbandonato o vittima di naufragio. Da Mañara in poi, questa funzione venne estesa alla cura dei pazienti più indifesi.

Lo storico esempio di collaborazione tra scultore, pittore e disegnatore si manifesta in questa pala d’altare, concepita come una scena ad architettura teatrale, robusta e suggestiva. Ai lati, i santi Giuseppe di Arimatea e Nicodemo, portano il corpo di Cristo nella tomba, mentre sul fregio figurano la Vergine, san Giovanni e le donne sante, creando un effetto di profondità e teatralità. La scena centrale è racchiusa da grandi colonne di stile solomico, nelle quali sono raffigurati San Gorgonia, patrono della chiesa, e San Rocco, protettore contro malattie ed epidemie, la cui monumentalità e intensità espressiva accentuano il senso di pietà e devozione.

La policromia di Valdés Leal arricchisce ulteriormente questa scena, rafforzando attraverso giochi di colore e di luci l’effetto realistico delle sculture e l’atmosfera complessiva. Nell’insieme, l’opera richiama il senso di pietà cristiana e il senso dell’ultimo giudizio, riflettendo il messaggio di misericordia e salvezza della confraternita.

Virtù teologali e messaggio finale

Nella soffitta della chiesa, si trovano le rappresentazioni delle virtù teologali – fede e speranza – che, infuse da Dio, guidano l’uomo verso la salvezza eterna. Al centro, la virtù della carità risalta con forza, ricordando il nome della fraternità e il messaggio del nuovo comandamento di Gesù: amare il prossimo come sé stessi.

Terzo Matni

Terzo Matni

Mi chiamo Terzo, fondatore di Hai sentito che musica e appassionato di cultura in tutte le sue forme. Da sempre esploro con curiosità suoni, immagini e storie che fanno vibrare l’Italia contemporanea. Nei miei articoli racconto ciò che mi emoziona, mi sorprende e alimenta la mia voglia di condividere la scena culturale italiana.

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