Charles Clifford e i nostri monumenti: il primo sguardo documentario

Uno dei primi fotografi che, a metà del XIX secolo, iniziò a utilizzare il calotipo e ne esplorò le opzioni documentaristiche e artistiche fu Charles Clifford, un gallese nato nel 1820 e morto a Madrid quarantatré anni dopo. Trascorse un decennio della sua breve carriera in Spagna e nel nostro Paese, soprattutto nel nostro patrimonio monumentale, sviluppò una sorta di sintesi fotografica che avrebbe avuto una lunga influenza.

Di fronte all’interesse dei pittori e illustratori dell’epoca per il paesaggio, la città e le ambientazioni che suggerivano il pittoresco, Clifford scelse come motivi le tracce della romanizzazione, l’eredità andalusa e l’architettura medievale e rinascimentale: monumenti che non molto tempo prima che iniziasse a ritrarli erano stati oggetto di distruzione e saccheggio. Sarà intorno al 1840 che cominciò a consolidarsi una certa consapevolezza pubblica circa la necessità di preservarli, il che comportò necessariamente la realizzazione di un inventario e la loro divulgazione attraverso pubblicazioni.

È in questo contesto che si inscrivono gli sforzi di Clifford: quello Album Monumentale di Spagna, che partì dalle prime indagini individuali e che acquistò vaste dimensioni. E il Museo dell’Università di Navarra dedica a quel progetto la sua nuova mostra fotografica, sotto la curatela di Javier Piñar e Carlos Sánchez; i suoi negativi su carta e vetro saranno diffusi tra il pubblico europeo e spagnolo.

Stabilitosi a Madrid con la moglie Jane Clifford nel 1851, lavorò inizialmente su ritratti in studio, ma l’anno successivo Charles iniziò a realizzare e vendere vedute di città e monumenti: quelli di Madrid, Toledo e Segovia. Ricevette l’appoggio (e gli ordini) della monarchia di Isabella II e, dopo quel primo passo, di aristocratici, borghesi, istituzioni e imprese.

A Salamanca ha interagito con l’architetto Francisco Jareño e con i membri della Scuola di Architettura dell’Accademia di San Fernando, e da quel contatto sono emerse le sue serie. Fotografie: una trentina di immagini del patrimonio di Salamanca e Ávila in relazione ai disegni realizzati dagli studenti di quel centro.

Fu acquisito dalla stessa Accademia, che nel 1854 commissionò, per 6.000 reales, un album di testimonianze fotografiche di città di Castiglia, Galizia e Asturie: i suoi confini e il suo archivio si ampliarono, e lo faranno ancora di più quando si recherà a Siviglia e Granada.

Per ragioni che non conosciamo, il suo legame con quell’organizzazione non andò oltre, ma presentò quelle opere in mostre internazionali e, in ogni caso, costituirono la base della propria produzione.

Carlo Clifford. Parte superiore della Cattedrale (Burgos), 1853. Serie di album monumentali della Spagna

Un altro dei suoi principali supporti, negli anni Cinquanta dell’Ottocento, fu trovato da Clifford alla corte di Montpensier: il suo lavoro alimentò la vasta collezione fotografica che Antonio de Orleans conservava nel palazzo di San Telmo a Siviglia e questa famiglia gli richiese diverse commissioni specifiche. Tra il 1854 e il 1858 fotograferà le enclavi dell’Estremadura, Castilla la Mancha e Catalogna, e molte altre in Andalusia.

Se il suo lavoro aveva chiare radici spagnole, il suo pubblico fu sempre europeo, fondamentalmente britannico e francese, quindi Clifford rimase in relazione con gli ambienti fotografici di questi paesi, dove per le sue qualità artistiche e tecniche divenne il grande fotografo di soggetto spagnolo. Otterrà infatti più fama lì che nel nostro paese e parteciperà a mostre alla London Photographic Society o alla Société Française de Photographie.

Carlo Clifford. Museo Reale (Museo del Prado). 1857-1860. Album monumentale della Spagna

Non gli furono commissionate solo vedute monumentali (la dimensione maggioritaria della sua opera), ma anche ritratti, riproduzioni di dipinti e oggetti artistici, documentazione di riforme urbanistiche e opere pubbliche, relazioni su possedimenti privati e lavori di costruzione ferroviaria. In un certo senso, li trattò sempre come se si trattasse di monumenti, con alcune eccezioni: la revoca del Canale di Isabel II e la riforma della Puerta del Sol. Una selezione di queste opere può essere vista anche a Pamplona.

Documenta anche la visita in Andalusia e in Marocco del Principe di Galles nel 1859 e della Regina Vittoria su richiesta di Elisabetta II, nonché viaggi, fasti e architetture effimere legate alla famiglia reale spagnola.

Fu solo diversi mesi dopo la morte di Clifford che sarebbe stato distribuito a rate. Album Monumentale di Spagna: raccolta fotografica delle sue migliori opere architettonichecomposto da trecento immagini con relativi testi.

Venne alla luce nell’arco di sette anni e se ne conservano poche copie, alcune incomplete, ma fu un’iniziativa pionieristica tra quelle finalizzate alla divulgazione del nostro patrimonio storico, fino ad oggi poco conosciuto.

Carlo Clifford. Torre del oro (Siviglia), 182. Serie di album monumentali della Spagna

“Charles Clifford e il record monumentale della Spagna”

MUSEO DELL’UNIVERSITÀ DI NAVARRA

Campus Universitario, s/n

Pamplona

Dal 30 settembre 2025 all’8 febbraio 2026

Terzo Matni

Terzo Matni

Mi chiamo Terzo, fondatore di Hai sentito che musica e appassionato di cultura in tutte le sue forme. Da sempre esploro con curiosità suoni, immagini e storie che fanno vibrare l’Italia contemporanea. Nei miei articoli racconto ciò che mi emoziona, mi sorprende e alimenta la mia voglia di condividere la scena culturale italiana.

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